Balthus: l’eleganza di un gatto nella bellezza intima e quotidiana dei suoi capolavori.

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Balthus: Thérèse, 1938 the Metropolitan Museum of Art in New York    

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“Cathy” di Beatrice Brandini

Roma celebra Balthasar Klossowski de Rola, in arte Balthus, uno degli artisti più importanti ed enigmatici del Novecento. Alle Scuderie del Quirinale e a Villa Medici fino al 31 gennaio 2016.

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Balthus: Portrait d’André Derain, 1936. The Museum of Modern Art, New York

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Balthus: Les enfants Blanchard, 1937. Musée National Picasso, Parigi

Come Modigliani, Sironi, Casorati, Carrà, John Currin…, è uno dei miei artisti preferiti, lo so, non ha quasi niente in comune con loro, ma come loro è capace di emozionare con un’arte meravigliosamente espressiva, intensa, “fragile”, a volte inquietante , sicuramente personale, riconoscibile e diversa.

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Balthus: Thérèse, 1938.The Museum of Modern Art, New York

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Balthus: La Patience, 1943. The Art Institute Chicago

Balthus nasce a Parigi nel 1908 da una famiglia di artisti di origine polacca (padre) e russa (madre). Ha lavorato per il teatro, ha illustrato romanzi (Cime tempestose di Emily Brontë), è stato direttore dell’Accademia di Francia a Villa Medici (Roma) per più di quindici anni, dove svolse anche un’importante operazione di restauro. Ha viaggiato tanto, soggiornando in molti paesi come la Francia, l’America, l’Italia, la Svizzera. Ma soprattutto ha dipinto, lasciandoci capolavori di incredibile bellezza.

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Balthus: Les Salon, 1941-43

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Balthus: La Semaine des quatre jeudis, 1949

Questa mostra, con circa duecento opere tra quadri, disegni e fotografie, provenienti dai più importanti musei del mondo e da prestigiose collezioni private, si articola in due distinti percorsi: da una parte i suoi lavori più noti, alle Scuderie del Quirinale, dall’altra le opere realizzate durante il suo lungo soggiorno romano, a Villa Medici, dove si evidenzia il processo creativo dell’artista.

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Balthus: Joan Miró e sa fille Dolorès, 1937-38. The Museum of Modern Art, New York

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Balthus: Thérèse on a Bench Seat, 1939

Balthus è famoso per le sue rappresentazioni di adolescenti in atteggiamento sognante e castamente sensuale, all’interno di atmosfere intime e familiari. Tema, quello dell’infanzia, che gli procurerà anche critiche e censure. Jean Clair, uno dei più grandi, sofisticati ed illuminanti pensatori dell’arte contemporanea, commenta questo punto così: “Solo imbecilli potevano trattarlo come un eccentrico, isolato, erotomane. Lui non era isolato affatto, e qui si dimostra come lavorasse accanto all’amico Derain o Giacometti e all’interno di un continuo scambio di idee con poeti e scrittori da Artaud a Camus, in un milieu ricco di un’intensità intellettuale purtroppo oggi scomparsa. Balthus è la pittura. Se lei guarda questa mostra lo capisce, perché è ricca di rari disegni, lavori incompiuti, studi preparatori estremamente importanti e quasi mai mostrati”.

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Balthus: Le Roi des chat, 1935, collezione privata

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Balthus: Les Chat de “La Meéditerranée”, 1949. Collezione privata

Anche i gatti furono sempre una forte presenza nelle sue opere. Nel 1935, a soli 27 anni, realizza infatti uno dei suoi quadri più noti, “Il re dei gatti”, autoritratto dal titolo emblematico. Gatti che spesso hanno un’espressività più diretta e vicina allo spettatore, di quanto abbiano in realtà i personaggi umani, sovente assorti e inespressivi, distanti, quasi a voler anteporre un muro fra loro e chi li guarda.

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Balthus: La Peintree et son modèle, 1980 Centre Georges Pompidou, Parigi

Nel suo lungo soggiorno romano conobbe e frequentò personaggi come Federico Fellini, Luchino Visconti o Renato Guttuso, in una Roma culturalmente viva e stimolante, quella a cavallo fra gli anni Sessanta e Settanta. Ma l’Italia è stata fondamentale anche per la sua opera, qui infatti scoprì i maestri del Rinascimento toscano, soprattutto Piero della Francesca, dal quale rimarrà profondamente colpito e influenzato, lasciandogli quell’eredità rinascimentale che sarà uno dei temi centrali della sua lunga carriera artistica.

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Kate Moss fotografata da Tim Walker, Vogue Italia 2015… mood Balthus

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Kate Moss fotografata da Tim Walker, Vogue Italia 2015… mood Balthus (con lei la moglie Setsuko)

Amo Balthus perché con la sua pittura mi trascina in un mondo rarefatto, sospeso… ma anche di emozioni forti perché vive nella memoria (l’infanzia, i giochi, la casa dell’infanzia…) . Mi piace che l’arte faccia riflettere (concetto che non smetterò mai di esprimere), ma allo stesso modo amo anche il suo ruolo “terapeutico” di portare bellezza, negli occhi e nel cuore, di farci sognare, di trasportarci via, come un bel romanzo o un bel film. Ecco, credo che Balthus abbia saputo tradurre bene entrambi questi aspetti nelle sue opere.

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Balthus e la moglie Setsuko, foto di Henri Cartier-Bresson

“Non ho niente da dire. Guardate i miei quadri”. Balthus

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Setsuko vista da Beatrice Brandini

Buona vita a tutti!

Beatrice

2 commenti su “Balthus: l’eleganza di un gatto nella bellezza intima e quotidiana dei suoi capolavori.

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