John Currin @ Museo Bardini: l’elegante sarcasmo di un grande artista contemporaneo

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Currin a Palazzo Stefano Bardini davanti al suo “The Lobster”, opera del 2001. Foto di Beatrice Brandini

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“Rachel” di Beatrice Brandini

Firenze, precisamente le splendide stanze del Museo Stefano Bardini, ospitano la prima mostra italiana di John Currin, uno dei più talentuosi artisti contemporanei (personalmente lo seguo da almeno quindici anni e ne avevo già parlato con grande entusiasmo in un mio post del 2014 http://www.beatricebrandini.it/john-currin-limperfezione-che-diventa-arte/

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John Currin: “The Penitent” 2004

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John Currin: “The Penitent” 2004 (Courtesy Gagosian Gallery)

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Scorcio dell’opera “The Penitent” di John Currin, 2004

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Scorcio dell’opera “The Penitent” di John Currin, 2004

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John Currin: “Bent Lady”, 2003

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John Currin: “Bent Lady”, 2003 (Courtesy Sadie Coles)

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Scorci Museo Stefano Bardini

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Scorci Museo Stefano Bardini

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John Currin: “The Clairvoyant”, 2001 (Courtesy Gagosian Gallery)

La mostra, curata da Antonella Nesi e Sergio Risaliti, sarà inaugurata oggi, 13 giugno, e rimarrà aperta fino al prossimo 2 ottobre.

 

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Scorci Museo Stefano Bardini

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Scorci Museo Stefano Bardini

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Scorci Museo Stefano Bardini

E’ davvero interessante visitarla per almeno tre motivi.

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John Currin: “Flora”, 2010 (Courtesy Gagosian Gallery)

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John Currin: “Francis”, 2005 (Courtesy Gagosian Gallery)

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John Currin: “Hollis”, 2007 (Courtesy Gagosian Gallery)

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John Currin: “Flora Currin”, 2011 (Courtesy Gagosian Gallery)

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John Currin: “Hollis”, 2007 (Courtesy Gagosian Gallery)

Il primo è sicuramente la conoscenza, la vicinanza, o addirittura la scoperta (alla presentazione per la stampa, l’impressione è che non fosse un nome così scontato per tutti) di questo grandissimo pittore. Capace di strapazzare miti americani (ahimè universali) come quelli della perfezione estetica, della ricchezza che diventa felicità, del potere come status…., con eleganza e ironia (connubio non facilissimo). Di creare un’arte che sicuramente guarda al passato, al rinascimento italiano o olandese, ma che trasforma in qualcosa di completamente nuovo, inconsueto; ecco infatti che la natura morta non è lo sfondo del quadro o protagonista/soggetto assoluto, con Currin “invade” il volto del committente della stessa opera, in una prospettiva che stravolge ogni regola; oppure la bellezza codificata attraverso la nudità, si scopre sproporzionata e piena di imperfezioni…. Le sue opere che non vogliono compiacere (non è forse il desiderio [e lo sforzo] più grande di un artista quello di essere amato?!). Currin non cerca fan adoranti, che suo malgrado ha a migliaia, quest’interessante artista ambisce ad una personale espressione fra paradosso e realismo, fra eccentricità e purezza di forme, tra oscenità e raffinatezza.., per questo anche se tocca temi e generi diversi, come il ritratto, la natura morta, racconti lussuriosi o sentimentali, rimane fedele a se stesso e alla sua poetica che essenzialmente è una denuncia sulla vacuità del genere umano, toccato dall’indifferenza, dal consumismo, dall’isteria, dalla voracità (sessuale, di possesso, di cibo, poco importa…).

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Dario Nardella, John Currin, Antonella Nesi e Sergio Risaliti

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John Currin durante la conferenza stampa

Vedendolo dal vivo mi è sembrata una persona molto affascinante (ovvio) ma anche solida, serena, un elegante signore borghese…. poco tormentato e infelice come spesso si catalogano, soprattutto nel nostro immaginario, gli artisti… e per questo durante la conferenza stampa, avrei voluto fargli questa domanda: “ultimamente ho come l’impressione che abbia “accantonato” i suoi temi prediletti in funzione di qualche cosa di diverso… è perché ormai si è rassegnato?”. La realtà ha di gran lunga superato la più negativa delle prospettive?….

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John Currin: “Nude in a Convex Mirror”, 2015 (Courtesy Gagosian Gallery)

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John Currin: “Rachel in the Garden”, 2003 (Courtesy Gagosian Gallery)

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John Currin: “Big Hands”, 2010 (Courtesy Gagosian Gallery)

L’ultima ragione per visitare questa mostra è la location: Il MERAVIGLIOSO museo Stefano Bardini! Grandissimo antiquario e collezionista fiorentino del XIX secolo che fece della sua passione una professione stimata e riconosciuta in tutto il mondo, capace di diffondere il “gusto Bardini” grazie alle sue aste internazionali (siamo a fine Ottocento) e ad una clientela eccezionalmente colta e cosmopolita. Il museo nasce dall’antico convento di San Gregorio alla Pace in Piazza de’ Mozzi che l’antiquario Bardini acquistò nel 1880. Bardini stravolse l’idea dei tradizionali negozi di antiquariato, spesso angusti e colmi di oggetti, per creare un luogo luminosissimo (grazie all’introduzione di grandi finestroni e lucernari), caratterizzato da pareti blu (il “Blu Bardini”, una combinazione di blu, indaco e violetto)…, in cui, sala dopo sala, si assiste ad un vero spettacolo di architettura, visione di preziosi oggetti, un’insieme di diversità e seduzione.

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Il Marzocco

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Scorci del Museo Stefano Bardini

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Maioliche

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Maiolica

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Maiolica

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Vergine, scuola senese inizio XV secolo

La mostra di Currin all’interno di Palazzo Bardini è davvero qualcosa di unico, un esercizio che dimostra come possa convivere armonicamente l’antico e il moderno; i quadri di Currin sono appesi insieme a cornici antiche e preziose, a madonne quattrocentesche, ad armature medievali… a dimostrazione che l’arte non ha confini, né età, che può anche non essere catalogata per genere, ma anzi quando è espressione di bellezza e valore, come quella dell’artista statunitense o dei preziosissimi oggetti raccolti da Bardini durante una vita, può diventare un bellissimo “caos”.

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Museo Stefano Bardini collezione tappeti antichi

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Scorci del Museo Stefano Bardini

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Scorci del Museo Stefano Bardini

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Modello ligneo del Battistero di Pisa, XVII secolo

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John Currin: “The Lobster”, 2001 (Courtesy Gagosian Gallery)

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John Currin: “Rachel in Fur”, 2002 (Courtesy Sadie Coles). La mia opera preferita, uno dei dieci quadri che vorrei avere!

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John Currin a Firenze a Palazzo Stefano Bardini

Buona vita a tutti!

Beatrice

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