Autoritratto con scorpione, Leonor Fini, 1938. Collezione privata
Leonor di Beatrice Brandini
“Poi viene Leonor. Le finestre diventano luce, le ragnatele tende preziose di nuvole e stelle, i rami secchi doppieri accesi, e la sera una grande serata; perché Leonor (come le ho detto mille volte e come non mi stancherò mai di dirle) unisce in sé due grazie: l’infanzia e la maestà.” Nella Torre San Lorenzo di Elsa Morante.
Uno scorcio della mostra “Io sono LEONOR FINI”, courtesy Mondo Mostre
Fino al 20 luglio 2025 si potrà visitare la mostra “Io sono LEONAR FINI” (Palazzo Reale, Milano), un’esposizione che vuole rendere giustizia ad un’artista eclettica e talentuosa, mai davvero valorizzata dalla critica, soprattutto per colpa della sua personalità e del suo anticonformismo.
Dama con il capello rosso, di Leonor Fini. 1968. Museo Civico Revoltella
Il titolo della mostra nasce da una citazione della stessa artista in cui diceva: “ “Sono una pittrice. Quando mi chiedono cosa faccia, risposto: Io sono”, riflesso della sua personalità e della sua identità artistica libera e fuori dagli schemi.
Girl with shells, di Leonor Fini 1947. Courtesy Galleria Tommaso Calabro
Il percorso espositivo della mostra accompagna il visitatore mostrando pitture, disegni, fotografie, arti decorative, moda, costumi, libri d’artista e documenti che sottolineano la poliedricità di questa straordinaria artista.
Uno scorcio della mostra “Io sono LEONOR FINI”, courtesy Mondo Mostre
Leonor Fini (Buenos Aires, 1907, Parigi 1996), è stata un’artista ma anche un’icona femminile, una donna che aveva un talento enorme che cercava di esprimere liberamente e tenacemente, mai veramente compreso. La sua è stata una pittura colma di significati astratti, una donna indipendente che ha contribuito a ridisegnare il ruolo delle donne nell’arte.
Le Bagnanti di Leonor Fini, 1968, collezione privata
La sua vita sembra tratta da un film, tanto è stata rocambolesca. Fugge da Buenos Aires con la madre , scappando da un padre dispotico e autoritario. Per questo la madre, Malvina, spesso la traveste da maschio per sfuggire ai tanti tentativi di rapimento da parte del padre. Escamotage, quello del travestimento, che contraddistinguerà tutta la vita di Leonor, facendola diventare anche una grande costumista per le più importanti produzioni teatrali.
Uno scorcio della mostra “Io sono LEONOR FINI”, courtesy Mondo Mostre
Educata e cresciuta in un ambiente colto e mitteleuropeo di Trieste, nella sua vita conoscerà artisti e personalità straordinarie, come Dorfles, Saba; Svevo, Dior, Ernst , Elsa Schiaparelli (per quest’ultima disegnerà la famosa bottiglia di profumo Shocking), Magnani; Morante, Levi, Visconti…
L’Ange de l’anatomie di Leonor Fini, 1949. Collezione privata
Parteciperà a molte mostre importanti a Parigi, Londra, Venezia e New York, mutando la sua pittura che diventerà, nel corso del tempo, sempre più fantastica, “irrazionale”, onirica, in cui le donne, saranno sempre le protagoniste indiscusse caratterizzate da un’aurea di mistero e di follia.
Leonor al ballo in maschera di Beatrice Brandini
Gatti, sfingi, donne alate, donne fiore, angeli, streghe , dame medievali, amazzoni, sacerdotesse, fate, questi i miti di Leonor , principalmente donne caratterizzate da atmosfere da sogno, ma anche da incubo.
Leonor Fini fotografata da Cecil Beaton, 1965, Archivio Condé Nast
“Tutta la mia pittura è un incantesimo in un’autobiografia di affermazione che esprime l’aspetto pulsante dell’essere; la vera questione è trasporre sulla tela il senso del gioco.” Leonor Fini
Un pò come la vita stessa, bellezza, gioia, gioco, fato.
Buona vita a tutti!
Beatrice