La Forza della Modernità – Arti in Italia 1920-1950

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“Scene di donna” vaso ideato da Beatrice Brandini

A Lucca fino al 6 Ottobre c’è una bellissima mostra : “La Forza della Modernità, arti in Italia dal 1920 al 1950”, presso la Fondazione centro studi sull’arte Licia e Carlo Ludovico Ragghianti.

Scorcio Chiotro Fondazione Ragghianti

Scorcio chisostro San Micheletto

Scorci Chiostro San Micheletto, sede della Fondazione Ragghianti

Premessa: “Il Centro Studi sull’arte di Licia e Carlo Ludovico Ragghianti” è nato nel 1981 dalla donazione dei coniugi Ragghianti alla Cassa di Risparmio di Lucca della loro bibloteca, della fototeca e del loro archivio. Nel 1985 il centro diventa Fondazione grazie al sostegno della Cassa di Risparmio di Lucca, della Regione Toscana , Provincia e Comune di Lucca. Scopo primario della Fondazione è offrire uno strumento di studio dell’Arte, nella storia e nel presente. Infatti Ragghianti auspicava un laboratorio permanente di studio e un centro di esperienze culturali.

La Mostra è stata possibile anche grazie alla collaborazione con i prestigiosi musei di Genova, di Faenza, di Doccia e di Feltre e con numerosi collezionisti privati, che hanno permesso a noi visitatori di ammirare oggetti di una straordinaria bellezza.

Un po’ come era accaduto per la mostra Grandi maestri e piccole sculture, non mi sembra sia stata pubblicizzata enormemente, almeno non quanto lo meriterebbe. E’ infatti un esposizione bellissima, con una vastissima quantità di opere e tutte di altissimo livello. Vale la pena vederla, lo dico spesso quando si tratta di Arte, ma in questo caso lo dico con maggiore entusiasmo.

La forza della Modernità vuole sottolineare e valorizzare l’elevata qualità creativa e produttiva dei decenni che hanno preceduto la nascita del Design Italiano, decenni caratterizzati, come testimoniano gli oggetti esposti, da un altissimo e raffinatissimo gusto, con artisti riconosciuti a livello internazionale, vere e proprie icone dell’arte e del design (Gio Ponti, Pietro Melandri, Bruno Munari Adolfo Wildt, Dante Baldelli, Lucio Fontana, ecc.).

Il tema è la ricerca della modernità come spinta ad una ricerca inarrestabile, desiderio di innovazione, qualche volta con echi nostalgici che guardano al classico, altre volte con temi completamente nuovi, ironici e forti, come quelli dell’estetica futurista.

Damina Francesco Nonni e Anselmo Bucci Ceramiche Faenza

Francesco Nonni e Anselmo Bucci Damina con Pierrot 1927

Madre Adolfo Wildt

Adolfo Wildt Madre 1929

Quest’opera fu esposta alla Quadriennale Romana nel 1931.

Vaso Fabrizia Gio Pointi RIchard Ginori

Gio Ponti Vaso Fabrizia 1925 per la Manifattura Richard Ginori

Gio Ponti per Ginori

Gio Ponti Ciotola Emerernziana 1925-28 e Donatella 1925-30, entrambi per Richard Ginori

Le tre maioliche appartengono alla famiglia conosciuta con il titolo “Le mie donne”, che riprende la tradizione iconografica che si affermò a Faenza alla fine del Quattrocento, chiamata appunto “Belle donne”. Ovviamente Ponti modernizzò il tema rendendo queste figure femminili più attuali e sensuali. Ci sono echi degli scultori manieristi, come Ammannati e Cellini, ma anche di Modigliani, con il taglio obliquo degli occhi. Gio Ponti è per me forse l’ architetto e designer più elegante e raffinato del Novecento. Adoro tutto quello che ha ideato nella sua splendida e ricca carriera.

RIT Felice Casorati Abbandono o Nudo di schiena

Felice Casorati Abbandono o Nudo di schiena, 1929

Salvatore Cottone Sirena

Salvatore Cottone Sirena 1934

Mario Sturani Ciotola Quattro Cavalieri per manifattura Lenci  Mario Sturani Ciotola Il Ponte per manifattura Lenci

Mario Sturani Ciotola Quattro Cavalieri 1934 e Il Ponte/Contadini danzanti 1931-32, entrambi per la manifattura Lenci

Le mie preferite! Sturani coniuga ironia, fantasia e profonda conoscenza delle tecniche pittoriche e scultorie. Nonostante la grande inventiva, aggiungerei anche modernità considerando che sono due opere degli anni ’30, gli oggetti rimangono molto eleganti e raffinati, anche grazie agli accostamenti cromatici.

Tullio Mazzotti Vaso Amori-Fiori per la Manifattura Giuseppe Mazzotti

Tullio Mazzotti Vaso Amori-Fiori per la manifattura Giuseppe Mazzotti 1929

In questo vaso Mazzotti stravolge sia la forma che la decorazione pittorica. Si nota infatti un rigonfiamento nella parte alta centrale, in cui si porta l’osservatore ad avere prospettive diverse man mano che si sposta. La decorazione rimanda alle grafiche pubblicitarie, soprattutto grazie alle righe nere che contornano tutti gli elementi decorativi, e alla scritta “tipografica” sul piede del vaso.

Dante Baldelli Vaso con arceri per la manifattura RomettiDante Baldelli Vaso con aerei e coperchio ad ala per la manifattura Romettiarchitettura, della pittura edella scultura per la Manifattura Rometti

Dante Baldelli Vaso con Arceri, Vaso con aerei e coperchio alato, 1930-31 Vaso con allegorie, 1935 tutti per la manifattura Rometti

Nelle belle ceramiche di Baldelli non mancano spunti futuristici, ma anche quelli legati ad esperienze europee, austriache e tedesche della Bauhaus. Meravigliosi!

Uva

Pippo Rizzo Portatori d’Uva 1927

Altra scultura eccezionale! Echi futuristici di Balla e Depero.

Gio Ponti piatti in ceramica per Richard Ginori

Gio Ponti Piatti 1925-30 tutti per la Società Ceramica Richard Ginori

Gruppo di piatti appartenenti alle famiglia di porcellane intitolate “L’amore dell’antichità”.

Napoleone Martinuzzi Elefanti per Venini

Napoleone Martinuzzi  Elefante in vetro blu 1930, Elefanti in vetro rosso e bianco 1932, tutti per la Vetri Soffiati Muranesi Venini & C.

Martinuzzi alla fine degli anni ’20 introduce all’interno del catalogo Venini una serie di piccole sculture raffiguranti animali, rinnovando una tradizione del vetro muranese sviluppata nel Barocco , ovvero la produzione di oggetti in vetro soffiato a forma di animali, come base per lampade o bottiglie. Il bestiario di Martinuzzi è fantasioso, giocoso ed elegante.

Felice Tosalli Lontra e salmone per manifattura Lenci

Felice Tosalli Lontra e salmone1932 per la Manifattura Lenci

Bruno Munari Buldog per manifattura Giuseppe Mazzotti

Bruno Munari Buldog 1934 per la Manifattura Giuseppe Mazzotti

Munari ha fatto tante cose lungo la sua carriera, è stato un artista veramente poliedrico. Si è occupato anche di scultura, anche se solo in un breve periodo, quello futurista. L’opera in mostra infatti, è realizzata con forme che richiamano quelle meccaniche e robotizzanti, ed il colore, arancio con zone marroni, è quello di un metallo ossidato.

Giorgio Morandi Natura morta

Giorgio Morandi Natura morta 1938

Giuseppe Gariboldi Vaso globulare per Richard Ginori   Giovanni Gariboldi Vasi per Richard Ginori

Giovanni Gariboldi Vaso globulare, Vaso con cartigli e Vaso piriforme con barbe di frate tutti 1935-37

Giuseppe Gariboldi vaso con decori marini per Richard Ginori

Giovanni Gariboldi Vaso con decori marini in rilievo 1940

Ho trovato molto bella anche questa sezione di vasi esposti, quasi tutti di Giovanni Gariboldi. Gariboldi inizia a lavorare con la San Cristoforo, stabilimento di terraglie di proprietà della Ginori. In manifattura diventerà presto un collaboratore di Gio Ponti, (grazie alla fiducia e stima che Ponti nutre nei confronti del giovane “allievo”);  questo felice sodalizio fra Gariboldi e la Ginori si concluderà solo agli inizi degli anni Settanta, culminato nel 1946 quando sarà nominato direttore creativo.

Lucio Fontana Pannelo per il Conte Grande (transatlantico)   Lucio Fontana pannello cermanica

Lucio Fontana due dei quattro bassorilievi in ceramica per la Conte Grande, 1949

Intorno al 1950 gli architetti Gio Ponti e Nino Zoncada vengono incaricati di progettare gli interni della prima classe del transatlantico Conte Grande, imbarcazione che collegherà l’Italia con il Sud d’America. Ponti capisce che questa è una meravigliosa occasione per esportare e far conoscere la grande produzione artistica italiana nel mondo, nonché la nostra ricca cultura. E’ così che contatta i più grandi artisti italiani di quel tempo, e fra questi c’è Lucio Fontana. Fontana mette a disposizione i suoi ultimi lavori in ceramica, quattro bassorilievi.

Leoncillo Dattilografa

Leoncillo  Dattilografa 1950

Influenze di Boccioni, Léger, Picasso….

Questa mostra intende anche evidenziare come un oggetto d’uso comune, come un vaso, possa essere interpretato da un artista in maniera autonoma e indipendente, possa  diventare protagonista delle diverse opzioni stilistiche che in quegli anni andavano dal déco al secondo futurismo, dall’astrazione all’arte comune piccolo borghese.

L’esposizione è suddivisa in tre grandi sezioni: gli anni Venti, gli anni Trenta e gli anni Quaranta, con un piccolo cenno espositivo ai primissimi anni Cinquanta. Sono esposti  più di 300 pezzi, oggetti, sculture e dipinti, con un’articolazione tematica che aiuta il visitatore a trovare e capire le sinergie fra le varie opere.

Antonella Campi Portaombrelli 2    Antonia Campi Portaombrelli per la Societa Ceramica Italiana di Levano

Antonia Campi Portaombrelli 1949 per la Società Ceramica Italiana di Levano

Si vede che l’artista si sente influenzata dalle novità artistiche introdotte da Moore o Fontana, tuttavia l’estetica di questo oggetto risulta innovativa,  moderna ed elegantissima.

Sono uscita rigenerata e questo sentimento di soddisfazione e beatitudine mi ha accompagnato per tutta la giornata, a conferma che la bellezza sotto qualsiasi forma si celi crea armonia e positività, un GRAZIE di cuore agli organizzatori e ai grandi artisti, i veri protagonisti.

Buona vita a tutti!

Beatrice

16 commenti su “La Forza della Modernità – Arti in Italia 1920-1950

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