Ai Weiwei: L’arte in difesa dei diritti umani!

1-la-concettuale

“La concettuale” di Beatrice Brandini

2-ai-weiwei

Ai Weiwei “LIBERO”

Firenze, fino al 22 gennaio 2017, ospita la prima grande retrospettiva del più celebre e discusso artista cinese, Ai Weiwei.

La mostra, curata da Arturo Galansino, già dal titolo, “LIBERO”, mostra tutte le sue intenzioni. Nella facciata di uno dei più bei palazzi del mondo, quella di palazzo Strozzi (sede della mostra), 22 gommoni rossi formano un’istallazione, vogliono denunciare, ricordare (magari scuotere le coscienze), i migranti che attraversano il Mediterraneo per raggiungere l’Europa.

Abbiamo visto come, nei secoli, l’arte trovi sempre un modo per dire le cose (anzi spesso le anticipa); lo fa monumentalmente, spesso provocatoriamente (da Manzoni a Fontana, ma anche Giotto o Cimabue con le loro rivoluzionarie prospettive), altre volte sottovoce. L’artista cinese Ai Weiwei ha trovato un modo del tutto spontaneo e per questo incisivo, il messaggio di Ai Weiwei è spassoso e crudele nello stesso tempo, semplicemente esplicito e pieno di rabbia. La mostra fiorentina, nella sua dimora rinascimentale per eccellenza, lo accoglie totalmente, esternamente, internamente e sotterraneamente (nella Strozzina). Vedrete installazioni, sculture, oggetti, video e fotografie. Tutto l’universo di questo poliedrico (e politico) artista, già esposto nei maggiori musei del mondo. Ma qui, in Palazzo Strozzi, sarà un modo inconsueto per conoscerlo ed apprezzarlo. Una fusione magnifica fra tradizione e modernità.

3

“Reframe” (Nuova cornice), installazione forte e ludica, riflessione sulla tragedia dei profughi.

4

Scorcio del cortile di Palazzo Strozzi

5

“Refraction”, un’ala costruita con pannelli solari adagiata al suolo. Claustrofobia e contorni taglienti, simbolo della prigionia a cui fu sottoposto Ai Weiwei.

6

“Refraction”, installazione di Ai Weiwei

7

“Refraction”, installazione di Ai Weiwei

8-bis

“Forever”, labirinto di biciclette, testimonianza dell’affollamento nelle caotiche strade cinesi, ma spesso anche unico mezzo di trasporto e quindi simbolo di “libertà”. Citazione del “Ruota di bicicletta”, ready-made di Duchamp, punto di riferimento per la formazione artistica di Weiwei.

8

“Snake Bag” (Borsa Serpente).

L’opera per me più commovente ed emozionante. Attraverso 360 zainetti scolastici, l’artista vuole ricordare il terribile terremoto del 2008 in Sichuan, dove morirono settantamila persone, molte delle quali studenti, imprigionati sotto le macerie di edifici (e scuole) costruiti con materiali scadenti. Argomento tristemente attuale anche per la nostra “povera” Italia. Ancora un mezzo, quello artistico, per denunciare.

9   10

RENAISSANCE, rilettura del Rinascimento italiano da parte di Ai Weiwei Ritratti in LEGO dedicati a quattro personaggi del passato che subirono privazioni della libertà per le loro idee. Dante, l’esiliato per eccellenza nella storia letteraria italiana, e Filippo Strozzi, bandito per vent’anni dai Medici…; quando ritorno’ costruì il Palazzo che ospita la mostra (che ironia!)

11   12

Galileo e Girolamo Savonarola, il primo incarcerato e processato per aver difeso le proprie idee, il secondo giustiziato per l’opposizione al regime mediceo e alla Chiesa di papa Borgia.

13

“Vases”, questi sono “Han Dynasty Vases with Auto Paint”, antichi vasi immersi in vernice per carrozzeria, volontà di annullare il loro valore storico e culturale, proprio come il governo cinese con la Rivoluzione culturale.

14

Han Dynasty Urn, controversa e famosa performance del 1995, in cui l’artista distrugge un’antichissima urna funeraria, qui riprodotta ancora con dei mattoncini LEGO. La sfrontatezza del gesto e l’imperturbabilità nel volto dell’artista, vogliono sottolineare e denunciare la stessa indifferenza in cui è stata distrutta l’eredità storica del paese, la Cina.

15

The Wave

Fusione di riferimenti della storia cinese passata e presente. Quest’opera ricorda quelle della dinastia Yuan (1271-1368) in cui l’acqua è rappresentazione ricorrente, ma chiara anche la citazione con la celeberrima Onda di Hokusai.

16

MYTHOLOGIES.

Magnifica sala dedicata alle figure della cultura cinese. Le figure in seta e bambù sono ispirate a Shanhaijing (Il classico dei monti e dei mari), testo di geografia di oltre duemila anni, che Ai Weiwei non ha potuto leggere da bambino. Questo è Feiyu il pesce volante.

17

MYTHOLOGIES

18-bis

MYTHOLOGIES

18

MYTHOLOGIES

19

Study of Perspective

E’ del 1995 la prima serie di fotografie Study of Perspective ambientata in piazza Tienanmen a Pechino. Tutte le fotografie di questa sala hanno come comune denominatore il braccio dell’artista sollevato con il dito medio alzato, sempre davanti a monumenti monumentali, simbolo del potere. Un “gestaccio” davanti a siti intoccabili come la Casa Bianca o la Gioconda. Un atto molto provocatorio che vorrebbe indurre l’osservatore a non essere più “soggiogato” dalle istituzioni, dai governi o dalla cultura. Anche la carta da parati di queste sale (Finger), sulla quale sono appese le fotografie, sposa questo concetto, riproducendo ossessivamente lo stesso gesto.

20

Study of Perspective

21-bis   21-tris

Particolare della carta da parati

21   22

Installazione di Ai Weiwei. 1.500 granchi di porcellana accatastati per ricordare la presenza di questi crostacei nell’iconografia tradizionale cinese.

 

23

Souvenir from Shanghai

Nel 2008 Ai Weiwei viene invitato dalle autorità di Shanghai a costruire uno studio a Malu Town. Quando lo studio è completato, nel 2010, lo stesso governo, a causa dell’attività politica dell’artista, dichiara che è stato costruito senza i necessari permessi e dà ordine di demolirlo…. Attraverso internet Ai Weiwei invita molte persone a partecipare alla festa del 7 Novembre che è sia la celebrazione della fine dei lavori, ma al tempo stesso (nello stesso giorno), la sua demolizione. Per impedirgli di essere presente al party viene messo agli arresti domiciliari. Nel 2011 lo studio viene raso al suolo senza preavviso, l’artista riesce a salvare parti dell’edificio, che utilizza per creare quest’opera.

La grandezza di questo artista sta nel farci riflettere con rappresentazioni e immagini, soluzioni e materiali “POP”, ma che celano dietro di sé testimonianze atroci (prigionia, persecuzione, traffico d’organi…). Niente è casuale, niente è insensato nell’opera di Ai Weiwei.

24

Dichiarazioni di Ai Weiwei

25   26

27   28

29   30

31   33

34   35

36

37

38-bis

Circolo degli animali/Zodiac Heads, Monkey L’artista ha voluto ricordare che il 2016 è l’anno della Scimmia, segno instabile per eccellenza

38

Opera di Ai Weiwei

39

Ai Weiwei, grucce che compongono una stella. Oggetti d’uso comune diventano opera d’arte. I soli oggetti che l’artista (l’uomo) aveva con sé durante gli 81 giorni di prigionia

40

LE GUN

Nel 2014 Ai Weiwei postò su Instagram una fotografia in cui imbracciava la sua gamba come se si trattasse di una pistola, accompagnando l’immagine con le parole “Beijing Anti-Terrorism Series”. Il gesto è diventato virale ed è stato ripreso da migliaia di follower, politicamente, ironicamente e artisticamente.

41

LE GUN

42

LE GUN

43

LE GUN

44

LE GUN

45

LE GUN

46

LE GUN

47

LE GUN

48   49

50

51

52

53

SELFIE

Nel 2005 Ai Weiwei si apre ad una nuova forma d’espressione, quella del blog su Internet. Il blog diventa la piattaforma ideale dove esprimere le sue idee sull’arte, sulla cultura e sulla politica. Nell’arco di poco il blog raggiunge centomila contatti al giorno, quando la denuncia diventa sempre più esplicita e dura nei confronti del governo, il blog viene oscurato.“Penso che l’arte non avrà nessun tipo di futuro se non riuscirà ad adattarsi alla tecnologie e alla vita di oggi”. Ai Weiwei

54

55

56

57

58

Non amo i selfie, ma per Ai Weiwei potrei travestirmi perfino da fata turchina. Lo specchio con la sua immagine serigrafata, ha in qualche modo accorciato le distanze, proiettando l’artista in mezzo a noi e soprattutto facendocelo sentire UNO DI NOI.

59

Estetica cinese di Beatrice Brandini

60

Bellissima dichiarazione (soprattutto vera!)

Ai Weiwei ha dedicato la sua vita a denunciare le soppressioni e le disuguaglianze, lottando soprattutto per la libertà. L’uomo è nato libero e per la libertà è disposto a combattere duramente, a costo di sacrificare la propria vita. Non si può vivere oppressi (né repressi) e Ai Weiwei lo sa benissimo. Il suo lavoro ci piace non solo per l’ oggettiva creatività, ma anche per il suo coraggio, per ricordare in ogni parte del mondo, ad ogni classe politica o dirigente, che siamo tutti liberi e che la forza della verità è sempre più forte di qualsiasi menzogna o arma.

Buona vita a tutti!

Beatrice

 

 

4 commenti su “Ai Weiwei: L’arte in difesa dei diritti umani!

  1. Straordinario servizio giornalistico corredato da stupende foto delle opere di Weiwei . Da leggere e guardare prima di andare a vedere la mostra. Spiega con molta competenza e chiarezza il significato delle opere , rendendole comprensive anche ai non esperti

Rispondi a Roberto Caselli Annulla risposta

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato.