Erté: un mondo fatto di eleganza e bellezza

“Lilian” di Beatrice Brandini

Disegno di Erté

Erté è stato un disegnatore, un illustratore, uno scenografo, un costumista teatrale, uno dei più grandi del secolo scorso, il più importante in epoca Déco;  autore di meravigliose creature femminili dall’inconfondibile eleganza.

Splendidi disegni di Erté

Romain de Tirtoff, in arte Erté (dalla pronuncia francese delle sue iniziali), nacque a San Pietroburgo nel 1892, ma già molto piccolo, nonostante un padre ammiraglio della flotta russa,  manifestò una spiccata inclinazione artistica, una fantasia che lo portò a Parigi nel 1912, esordendo come stilista, illustratore per Harper’s Bazaar, disegnatore di abiti per il teatro e il cinema.

 

   

Splendidi disegni di Erté

Tuttavia gli esordi parigini non furono facilissimi. Appena arrivato nella capitale francese Erté trovò lavoro presso una piccola casa di moda, “Caroline”, ma dopo poco più di un mese la proprietaria restituì tutti i disegni al giovane esortandolo ad abbandonare la via artistica poiché privo di talento. Ertè non si arrese, anzi, probabilmente grazie a questa delusione, mise tutti i suoi schizzi dentro una busta e li mandò alla persona più famosa del mondo della moda in quegli anni: Paul Poiret. Poiret gli offrì subito di lavorare presso di lui. Il resto è storia.

Erté e Poiret sono stati fra i primi a capire l’evoluzione femminile nel ‘900, i primi a proporre un nuovo ideale estetico. Poiret fu anche il primo stilista a collaborare con artisti, Raoul Dufy disegnò per anni stoffe per lui.

Erté non disegna solo abiti, ma supervisiona l’intero processo creativo del laboratorio di Poiret nella produzione di costumi teatrali. Nel 1914 Erté crea l’intero guardaroba dell’Afrodite di Pierre Lou al Teatro del Rinascimento. Realizza molto abiti per le più famose attrici dell’epoca, come Joan Crawford, Lillian Gish, Norma Shearer, ecc. 

   

Splendidi disegni di Erté per le copertine di Harper’s Bazaar

Dal 1915 inizia la sua lunga e incredibile collaborazione professionale con Harper’s Bazaar. Da lì in poi ogni mese, per i successivi vent’anni, la rivista incluse un’illustrazione di Erté; si stima che abbia creato per Bazaar 240 copertine e circa duemila disegni. All’inizio illustrava anche per Vogue, ma il proprietario di Harper’s Bazaar, il magnate dei media William Randolph Hearst, offrì all’artista un lungo e importante contratto (20 anni) di esclusiva che l’artista non poté rifiutare. Questo meraviglioso sodalizio si interruppe solo a causa della tirannia di una nuova direttrice, che non gli consentì più di esprimersi liberamente. E si sa che Erté è stato sempre poco incline a compromessi e limitazioni. La rivista gli diede molta visibilità, anche fuori dai confini francesi, facendo diventare Erté molto famoso in America. Il lungimirante e generoso Hearst, riassunse la loro collaborazione con questa frase: “Cosa sarebbe stato Harper’s Bazaar se non fosse stato per Erté?”

   

Splendidi disegni di Erté per Harper’s Bazaar

La fama di Erté, divenuta internazionale,  lo portò anche a Hollywood. Infatti nel 1925 fu chiamato da Louis B. Myer, capo della Metro-Golden-Meyer. Nonostante questo Erté definì l’esperienza sgradevole poiché il mondo del cinema era caratterizzato da tempi di realizzazione diversi. Erté doveva costantemente rifare i costumi per venire incontro ad esigenze di produzioni e attrici talvolta isteriche, convincendolo, così, a tornare in Europa.

Malgrado tutto ciò, anche un artista grande come Erté, fu dimenticato per un periodo piuttosto lungo, l’oscurità che colpì il suo operato è databile tra gli anni ’40 e ’50. Fu riscoperto solo negli anni sessanta, quando il maestro iniziò a ricreare i disegni della sua giovinezza in bronzo e serigrafia, ma soprattutto quando il mercato si avvicinò all’Art Déco. Nel 1987, all’età di novantacinque anni, Romain de Tirtoff fu insignito con la medaglia d’onore per le mani di Jacques Chirac, un riconoscimento tardivo che avrebbe meritato molto tempo prima.

Disegno di Erté

L’ estetica di Erté è sempre stata caratterizzata da motivi esotici e orientaleggianti, pervasa da influenze dalla storia dell’arte, come dalla scoperta della tomba di Tutankhamen, episodio che lo influenzò molto.

Molti sono stati gli incontri fortunati che hanno decretato il successo di Erté, quello con la cantante lirica americana Mary Garden che gli affidò la creazione dei costumi per l’opera di Italo Montermezzi “L’amore dei tre re”, presentato alla Scala e all’Operà di Chicago. Oppure come quello con Sergej Pavlovic Diaghilev, il direttore del balletto russo con cui collaborò per molto tempo.

   

Disegni di Erté

Tutti i disegni di questo immenso artista (si stima siano oltre 18.000), sono autentiche piccole opere d’arte. La fretta non è mai stata sua prerogativa. Per esempio la serie dell’Alfabeto, nelle quali linee curve e rette diventano figure umane, fu molto laboriosa, Erté, infatti, ci si dedicò per trentotto anni.

“The Twenties”  di Beatrice Brandini

Erté non hai mai cambiato stile, indipendentemente dall’evolversi delle innumerevoli correnti artistiche che caratterizzarono il Novecento. Gli obliqui occhi a mandorla delle donne orientali, così come le figure femminili slanciate ed eleganti, sono diventati un suo timbro. 

Erté ha creato un mondo di sogni in cui possiamo semplicemente perderci.

Buona vita a tutti!

Beatrice

 

2 commenti su “Erté: un mondo fatto di eleganza e bellezza

  1. Bellissimo post, sono una giovane studentessa di moda , ho scoperto il tuo blog e ora non lo lascerò più. Silvia Angiolini

  2. Ciò che mi ha sempre sorpreso e commosso nei disegni e nelle figure eleganti di Ertè. è l’intensa presenza occulta di una profonda musicalità: ogni sua figura trasmette melodia e la sua musicalità si confonde con il delicato simbolismo di Debussy, quasi in ogni sua figura femminile rivivano lembi del fragile sensibilissimo mondo sonoro di Mélisande . Ogni motivo delle vesti svolazzanti, rispecchiando la moda dell’Art Nouveau, ripete i tenui colori della voce sopranile dell’eroina di Debussy. Il mondo di Erté è una fantasmagoria di segni e di colori, trascesi tutti in un trasparente tessuto di immagini, risolte in colori ed i colori si sciolgono in lunghe frasi melodiche.

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