Giacometti e le sue “immense”, fragili, poetiche, figure umane.

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Manifesto mostra Giacometti

2 Annette

“Annetta” di Beatrice Brandini

Fino al primo febbraio 2015 al GAM di Milano c’è una bellissima mostra su Alberto Giacometti, curata da Catherine Grenier, direttore della Fondazione Alberto e Annette Giacometti di Parigi.

3 la grande donna IV

Alberto Giacometti “La grande donna IV”, opera in mostra

La mostra promossa dal Comune di Milano e da 24 ORE Cultura, presenta un percorso caratterizzato da 63 opere tra sculture, dipinti, disegni e foto, evidenziando uno dei più grandi scultori del Novecento.

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Alberto Giacometti “Annette”

Alberto Giacometti nasce in Svizzera, il padre è un pittore post impressionista che gli tramanderà la passione per l’arte molto presto. Infatti il grande artista comincia a dipingere  e scolpire da giovane, dimostrando grande talento e una predilezione per la scultura, inclinazione che lo porterà a soli diciotto anni a Parigi, per intraprendere lezioni e corsi di scultura.

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Scorcio di una sala del GAM di Milano

Per un periodo si trasferisce anche a Roma dove si appassiona all’opera di Giotto e di Tintoretto.

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Alberto Giacometti “Donna che cammina”, opera in mostra

Aderisce al movimento surrealista, se ne staccherà abbastanza presto per intraprendere un linguaggio artistico del tutto personale. In realtà per Giacometti l’immaginazione e l’inconscio sono aspetti importanti, ma anche la realtà con i suoi forti richiami (la sessualità è uno di questi). Dall’idealizzazione delle figure a mito si va verso un’osservazione diretta della realtà.

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Alberto Giacometti “La radura”, opera in mostra

Giacometti infatti era poco incline agli intellettualismi che facevano parte delle correnti artistiche e dei suoi manifesti (cubismo, surrealismo…), di fatto, anche se ispirato o influenzato,  desiderava realizzare un arte “pura”, un arte quasi primitiva.

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Scorcio di una sala del GAM a Milano

Il legame con la realtà, l’osservazione ossessiva di questa, fa si che le figure di Giacometti siano quasi prosciugate dalla stessa. La realtà è urgente, insistente, consuma l’essere umano (le sue emaciate figure) ma non lo annulla mai completamente, ed è qui ed è questo il dramma dell’umanità. Non c’è salvezza e non c’è mai pienezza.

Probabilmente aver vissuto il dramma delle due guerre, le atrocità dei campi di concentramento, lo hanno colpito profondamente, tanto da maturare una visione amara dell’esistenza. Così come l’amicizia con il padre dell’esistenzialismo, Jean Paul Sartre, si pensi a quell’interrogarsi sulla precarietà della vita, sul suo significato, sulla solitudine ed il fallimento dell’essere.

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Alberto Giacometti nel suo studio. Foto di Gordon Parks

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Alberto Giacometti “Quattro donne su piedistallo”. Opera in mostra

Amo Giacometti da tutta una vita, probabilmente anche perché si sposa perfettamente con l’ideale femminile di chi come me ha studiato moda, il “famoso” figurino nel quale fai nascere le tue creazioni. Ma credo, con il passare del tempo di apprezzarlo anche per quella forma di inquietudine che traspare, per me molto forte,  dai suoi lavori, soprattutto dalle sculture. Queste esili figure che sembrano spezzarsi da un momento all’altro, che talvolta camminano per una meta immaginaria e incerta, sono la voce dell’umanità,  delle nostre fragilità e angosce, dei nostri fantasmi e sogni. Se potessero parlare probabilmente ci dichiarerebbero il loro doloroso sentire…

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Alberto Giacometti per la rivista Life. Foto di Lyonel Feininger, 1951

“Il mondo mi sorprende ogni giorno di più. Diventa più grande, più meraviglioso, più inafferrabile, più bello. Il dettaglio mi appassiona, il piccolo dettaglio, come l’occhio in un volto, o il muschio su un albero. Ma non più dell’insieme, perché come si può fare differenza tra il dettaglio e l’insieme? Sono i dettagli stessi a fare l’insieme… a fare la bellezza di una forma”. Alberto Giacometti

Una sua scultura in bronzo “Homme qui marche” nel 2010 è stata venduta da Sotheby’s per 104, 3 milioni di dollari, stabilendo il record assoluto dell’opera d’arte più cara al mondo.

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Alberto Giacometti “Busto di Annette”, opera in mostra

E’ piuttosto anormale passare il proprio tempo, invece di vivere, cercando di copiare una testa, di costringere la stessa persona per cinque anni su una sedia tutte le sere, nel vano tentativo di farne un ritratto…… E l’ avventura, la grande avventura, consiste nel vedere sorgere qualcosa di ignoto ogni giorno, nello stesso volto: un’avventura più grande di qualsiasi viaggio intorno al mondo”. Alberto Giacometti

Buona vita a tutti!

Beatrice

Un commento su “Giacometti e le sue “immense”, fragili, poetiche, figure umane.

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