Il Museo Novecento di Firenze presenta: BEAUTY AND DESIRE

“Calla” di Beatrice Brandini

Robert Mapplethorpe “Maybelle”, 1982. The Robert Mapplethorpe Foundation, New York

Dal 23 settembre al 14 febbraio 2024, il Museo del Novecento rende omaggio a uno dei grandi maestri della fotografia, Robert Mapplethorpe, in un inedito confronto con gli scatti di Wilhelm von Gloeden e una selezione di fotografie dall’Archivio Alinari.

Robert Mapplethorpe, Sonia Resika, 1988. The Robert Mapplethorpe Foundation, New York

   

Scorci della mostra Beauty and Desire

Sono passati quarant’anni dalla bellissima e rivoluzionaria mostra del 1983,  che fece conoscere il genio di Mapplethorpe proprio qui a Firenze, oppure da quella del 2009, in cui i suoi lavori furono accostati ai capolavori di Michelangelo. Questa nuova esposizione, resa possibile anche al necessario contributo della Robert Mapplethorpe Foundation e della Fondazione Alinari per la fotografia, è la seconda che questo museo dedica alla fotografia, una forma d’arte che ha rivoluzionato la storia dell’arte a partire dall’Ottocento. 

Robert Mapplethorpe, Untitled (Slave), 1974. The Robert Mapplethorpe Foundation, New York

Robert Mapplethorpe, Antinous, 1987. The Robert Mapplethorpe Foundation, New York

Wilhelm Von Gloeden, fotografo tedesco attivo soprattutto in Italia, fece della “mise en scène” il suo timbro distintivo; stanziato a Taormina, usava giovani modelli siciliani che abbigliava facendo interpretare loro, personaggi della classicità ellenica o romana.  Fu riconosciuto come un grande fotografo, protagonista di esposizioni internazionali, Oscar Wilde era un frequentatore del suo atelier. Nel 1999 il gallerista Lucio Amelio cederà la sua collezione – archivio alla Fratelli Alinari.

   

Momenti della conferenza stampa Beauty and Desire, Sergio Risaliti Direttore del Museo del Novecento

   

Fratelli Alinari, Lilium e Calla, 1896

La mostra, a cura di Sergio Risaliti, direttore del Museo del Novecento, insieme a Eva Francioli e Muriel Prandato, valorizza, con un numero importate di immagini, il legame e la ricerca di classicità dell’artista. L’approccio di Mapplethorpe nelle sue bellissime e poetiche fotografie, un punto di vista quasi scultoreo, soprattutto nei nudi maschii e femminili.

Robert Mapplethorpe, Lisa Lyon 1982. The Robert Mapplethorpe Foundation, New York

Robert Mapplethorpe, Patti Smith, 1986. The Robert Mapplethorpe Foundation, New York

Nato a New York nel 1946, da una numerosa famiglia cattolica di origini irlandesi, Mapplethorpe, curioso ed intelligente, assorbe ciò che stava accadendo in America e in particolare  proprio a New York, città protagonista dell’emancipazione femminile e dell’orgoglio omosessuale, delle rivolte studentesche, della critica sulla guerra del Vietnam, ma anche ostentazione, machismo, night club, droga … 

Wilhelm Von Gloeden, Fauno, 1890-1900 ca. Archivi Alinari

Wilhelm Von Gloeden, Hypnos, 1907-1908. Archivi Alinari

Significativo l’amore e l’affetto che lo legherà tutta la vita a Patti Smith (sua la foto nella celebre copertina dell’album Horses), sono gli anni ’70, in cui l’artista usa una Polaroid, lavori dimenticati e riscoperti solo dopo la sua morte. 

Scorcio della mostra Beauty and Desire

Wilhelm Von Gloeden, La ragazza di Mandanaci, 1880-1885. Archivi Alinari

“L’immediatezza del procedimento si sposava bene con il suo temperamento. Dormiva di giorno e lavorava di notte. Mi svegliavo e lo sorprendevo a fissare i corpi scolpiti da Michelangelo affissi alla parete”. Patti Smith

L’episodio più importante, probabilmente una “svolta” nella vita professionale di Mapplethorpe, raccontato proprio da Patti Smith nel libro “Just Kids”, è quello legato alla scoperta dell’intera collezione fotografica del museo MOMA di New York, in gran parte segreta al grande pubblico. “Avere il permesso di sollevare la velina della fotografie, di toccarle, e farsi un’idea della carta e della mano dell’artista, fece impressione su Robert; studiò tutto con la massima attenzione, la carta, lo sviluppo, la composizione e l’intensità dei neri. “È tutta una questione di luce” disse. Patti Smith

Wilhelm Von Gloeden, Tripolitana, 1903 – 1904. Archivi Alinari

Fratelli Alinari, Bacco di Michelangelo Buonarroti, 1916. Archivi Alinari

Nel 1973 la prima mostra personale, “Polaroids” presso la Light Gallery di New York. Ma è grazie ad una Hasselblad, regalo del mentore Sam Wagstaff, che Mapplethorpe ha il controllo di ciò che stava cercando, grazie a questa macchina produrrà centinaia di capolavori che lo renderanno famoso in tutto il mondo.

Famoso per la serie “Porfolio X” che scandalizzò per i contenuti erotici, in cui l’artista, deliberatamente, mescolava le carte, comunicandoci, attraverso le sue immagini, che non c’erano più confini fra immagini artistiche o commerciali, o addirittura pornografiche. Per questo l’uso di soggetti gay, spesso coppie autentiche, protagoniste della scena S&M di New York, ritraendole in pose estreme. E se tutto questo è stato rivoluzionario ed importante per il dibattito sulle libertà (concetti nel comune lessico odierno, ma molto difficili solo pochi decenni fa), per molti anni fu anche motivo di rifiuto e critica ostile nei confronti del suo lavoro.

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Robert Mapplethorpe, Ken Moody, 1983. The Robert Mapplethorpe Foundation, New York

Nel 1988 il Whitney Museum of American Art allestì la sua prima grande retrospettiva museale americana, l’anno dopo morì a soli 42 anni.

Molti sono stati i fotografi che si sono ispirati al lavoro di Mapplethorpe, ma onestamente nessuno è riuscito a raggiungere il suo livello di grazia e, allo stesso tempo, intensità.  Mapplethorpe, in fondo, cercava solo la bellezza.

   

Robert Mapplethorpe, Self-portrait 1985. The Robert Mapplethorpe Foundation, New York and Wilhelm Von Gloeden, presunto autoritratto come Nazareno, 1903. Archivi Alinari

La mostra è molto interessante, nonché bellissima, perché mette in relazione scatti compiuti in epoche diverse, ma artisticamente molto vicini, se non ci fossero le didascalie sarebbe difficile distinguerli. E questa è l’ulteriore conferma di come sia importante il bagaglio del passato, soprattutto quando si parla di bellezza e cultura,  e di come questo ispiri il presente e il futuro. Lo stesso Michelangelo nelle sue possenti e meravigliose sculture omaggiava la classicità dell’arte antico romana.

Buona vita a tutti!

Beatrice

 

2 commenti su “Il Museo Novecento di Firenze presenta: BEAUTY AND DESIRE

  1. Molto interessante. Adoro le immagini di Mapplethorpe ed è difficile, almeno in Italia, vederle dal vivo.
    Andrò sicuramente a vedere questa mostra e ti ringrazio per averla condivisa nel tuo blog.

    Valentina

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