Keith Haring a Pisa: Bentornato!

“L’intellettuale” di Beatrice Brandini 

Keith Haring “Dog”, 1996

Pisa, nelle magnifiche stanze di Palazzo Blu, ospita la bellissima mostra “Keith Haring”, fino al 17 aprile 2022.

La facciata di Palazzo Blu, ingresso della mostra

Untitled (three dancing figure, version B), 1989

Untitled (head through stomach), 1987 -1988

L’esposizione, realizzata dalla Fondazione Pisa in collaborazione con MondoMostre e con la straordinaria partecipazione della Nakamura Keith Haring Collection, a cura di Kaoru Yanase, Chief Curator della Nakamura Keith Haring Collection, rende omaggio all’artista statunitense, padre della street artist, e che con Pisa ebbe sempre un legame speciale.

   

The Story of Red + Blue, 1989

   

The Story of Red + Blue, 1989

Haring infatti soggiornò a lungo nella cittadina toscana, regalando alla stessa una delle sue opere più importanti, il murales “Tuttomondo” nella parete del convento di S. Antonio, diventato negli anni una tappa obbligatoria nella visita della città dalla torre pendente.

   

Scorci della mostra

Keith Haring fotografato davanti alla sua opera Untitled (People)

L’esposizione presenta per la prima volta in Europa una ricchissima selezione di opere, oltre 170, provenienti dalla Nakamura Keith Haring Collection, la collezione personale di Kazuo Nakamura, che si trova in Giappone nel museo dedicato all’artista, e visitandola in anteprima, vi assicuro che è davvero straordinaria.

Stefano del Corso, Presidente Fondazione Pisa, durante la conferenza stampa

Italia 83, 1983

Keith Haring a Milano…Salvatore Ala, 1984

Keith Haring è il padre di opere riconosciute e amate da tutti,  i suoi omini stilizzati, i cuori, i cani, i segni grafici, fanno ormai parte di un immaginario collettivo a livello internazionale;  anche se non tutti sanno che in realtà questi pochi segni grafici erano carichi di simboli e messaggi, frutto della creatività di un’anima gentile e delicata, che durante tutta la sua breve vita, cercò di combattere contro gli stereotipi, contro le discriminazioni, le disuguaglianze, a favore dei diritti di genere, parole e contenuti che mai più che adesso sono attuali ed urgenti. 

Andy Mouse, 1986

Cover, il contributo di Haring alla musica

La mostra ripercorre l’intera carriera artistica di Haring, mostrandoci quante siano state le tecniche espressive da lui indagate. Nelle stanze si possono ammirare infatti pitture, disegni, sculture, murales, pubblicità… 

The Baby Beat Box, Emanon 1986

A very special Christmas,  artisti vari, 1987

Inoltre, come ha sottolineato il Presidente di Palazzo Blu, Cosimo Bracci Torsi, durante la conferenza stampa, molti sono gli artisti passati da Palazzo Blu, da Chagall a Modigliani, da Warhol a Kandinskij , ma nessuno ha mai lavorato nella nostra città, né vi ha lasciato opere importanti. Haring si!

Untitled, 1986

Absolut Vodka, Country of Sweden, 1986

Il percorso espositivo inizia dal PRINCIPIO, in cui si raccontano i suoi inizi nella città di New York, dove Haring disegna sopra i pannelli pubblicitari con un linguaggio immediato che diventa subito riconoscibile. La sezione OLTRE I LIMITI valorizza opere dai colori fluorescenti in una zona oscura. Poi ci sono le STORIE, secondo me  in una delle parti più interessanti, in cui si espone l’opera The Story of Red + Blue, del 1989, una serie di litografie realizzate appositamente per i bambini, diventata popolarissima ed usata in diversi concorsi di storytelling e inserita nei processi educativi di molte scuole americane.

   

Kaoru Yanase durante l’intervista con dietro l’opera: Tseng Kwong Chi Bill T. Jones body painting with Keith Haring, 1983

Untitled (Medusa), 1986

Poi c’è la sezione HARING A PISA, che racconta l’incontro e l’amicizia con Piergiorgio Castellani, ovviamente il lavoro corale per la realizzazione del murale Tuttomondo.

La sezione MUSICA, in cui si espongono diverse cover di album; quella MESSAGGIO, con cui grazie ai poster Haring desidera raggiungere il maggior numero possibile di persone, affrontando tematiche sociali quali quelle legate all’aids, i diritti dei gay, l’apartheid, la violenza, la droga.

Icons (three -Eyed Face), 1990

Icons (Radiant Baby), 1990

SIMBOLI E ICONE, che include i personaggi più iconici della poetica di Haring.

Poi ancora DISTOPIA RIVELATA, in cui la sua arte si fa più consapevole ma anche più profonda e complessa. E moltissimo altro.

Il Presidente di Palzzo Blu Cosimo Bracci Torsi

Con il bambino Haring individua il mezzo più efficace per assicurarsi l’immortalità. Due giorni prima di morire, troppo debole anche per parlare, prende un pennarello e tenta ripetutamente di disegnare qualcosa, poi finalmente ci riesce: l’immagine altri non è che il bambino radiante. Un neonato che sprigiona raggi di potere ricevuti dall’universo; …. E dopo la morte di Keith questa immagine iconica continua a trasmettere il suo messaggio di gioia. Il bambino radiante rappresenta Keith Haring stesso”. Kaoru Yanase

Untitled (Self Portrait), 1988

Keith Haring

E’ una mostra molto bella, e, come spesso scrivo , è perfetta per i vostri figli, nipoti, amici. L’arte e la cultura sono più che mai fondamentali in questi tempi caratterizzati dall’incertezza, un’incertezza amplificata dalla pandemia. Questi luoghi ci sono mancati per ca. due anni, rivedere una mostra in presenza, perdersi nelle stanze di un grande artista, conoscere la sua storia e spiegarla ai più piccoli, è davvero un regalo per la loro crescita. Haring poi ci insegna ad avere rispetto per le minoranze, a salvaguardare l’ambiente ad includere ogni essere umano.

“La prima cosa che voglio fare è abbattere la barriera fra arte commerciale e arte tradizionale. La mia speranza è che un giorno, i ragazzini cha passano il loro tempo per strada si abituino ad essere circondati dall’arte e che possano sentirsi a loro agio se vanno in un museo”. Keith Haring

Buona vita a tutti!

Beatrice

 

2 commenti su “Keith Haring a Pisa: Bentornato!

  1. Ho iniziato a seguirti e a leggere il tuo blog per la passione, che ci accomuna, per la moda . Ma dopo alcuni anni non so più fare a meno nemmeno dei tuoi post sull’arte, come questo su Haring. Mi hai insegnato tante cose e ti ringrazio. Patrizia

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