Lingerie e cinema, quando una sottoveste rileva un personaggio.

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Elizabeth Taylor in “La gatta sul tetto che scotta”

“Celiné” di Beatrice Brandini

La lingerie è per le donne un’arma di seduzione molto importante. Il cinema ha compreso il suo potere da tempo, legando alcune delle sue eroine, donne fra le più affascinanti della sua storia, proprio ad un indumento intimo. La lingerie è protagonista nei film come nella vita.

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Silvana Mangano in “Riso amaro”, 1949

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Brigitte Bardot in “Et Dieu créa la femme”, 1956

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Carroll Baker in “Baby Doll”, 1956

CAT ON A HOT TIN ROOF

Elizabeth Taylor in “La gatta sul tetto che scotta”, 1958

Penso alla guêpière di Sophia Loren, quintessenza della bellezza mediterranea, mentre fa lo spogliarello davanti ad un Marcello Mastroianni ululante in “Ieri, oggi e domani”; penso alla semplice sottoveste della splendida Silvana Mangano in “Riso amaro; penso alla Taylor in “La gatta sul tetto che scotta”, femminilità che sta per esplodere sotto il braciere; penso alla Basinger con il raffinato spogliarello (in sottoveste di raso), sotto le note di “You can leave your hat on” di Joe Cocker.

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Elizabeth Taylor in “Venere in visone”, 1960

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Sophia Loren in “Ieri, oggi e domani”, 1963

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Catherine Deneuve in “Bella di giorno”, 1967

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Sophia Loren in “Matrimonio all’italiana”, 1964 (costumi di Piero Tosi)

Ho impresso alcuni film (li ho proprio amati), dove la protagonista spesso non indossava quasi niente. Non si trattava di nudità, tutt’altro, ma di biancheria intima. Sottovesti, completini di seta, raso, ricamati, svolazzanti, lingerie che vorresti indossare sempre ma a causa di stanchezza, costo e altro,  indossi solo in rare (o rarissime) occasioni. Invece se ci pensiamo le donne amano (e sono amate) ciò che indossano sotto, ovvero la loro lingerie. Infatti possiamo immaginare qualcosa di più seduttivo di una camicetta sbottonata dalla quale spunta un bellissimo reggiseno? O un reggicalze che si intravede nell’accavallarsi delle gambe? Non credo.  Non bisogna aver paura di apprezzare ciò che ci rende più belle e femminili, sdoganiamo l’idea che la biancheria intima sia frivola e antifemminista.

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Kathleen Turner in “Brivido caldo”, 1981

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Nastassja Kinski in “Maria’s Lovers”, 1984

Uno splendido film, importante anche per come ha saputo rappresentare la sua figura femminile, perfetto binomio fra seduzione e naturalezza, è Maria’s Lover di Andrej Koncalovskij, con una meravigliosa e bravissima Nastassja Kinski.

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Kim Basinger in “Nove settimane e 1/2”, 1986

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Scarlett Johansson in “Lost in Translation”, 2003 

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Penelope Cruz in “Nine”, 2009

La lingerie ha il potere di farti sentire (talvolta diventare) sexy e sfrontata, oppure una collegiale,  è davvero un prezioso alleato per le donne ma, come per il resto dei capi che indossi, è importante che tu la scelga innanzitutto per te stessa e non per compiacere qualcuno,  perché, ancor più che un abito o un paio di scarpe, il suo potere rivela chi sei e se quello che porti non ti “appartiene”, il risultato non potrà che essere disastroso.

    

“Boho”,  mood Lingerie di Beatrice Brandini

    

“Fifty” , mood lingerie di Beatrice Brandini

    

“Surrealism”, mood lingerie di Beatrice Brandni

   

“New Romantic”, mood lingerie di Beatrice Brandini

Buona vita a tutti!

Beatrice

3 commenti su “Lingerie e cinema, quando una sottoveste rileva un personaggio.

  1. Che bel post, non ci sono molti libri o info su questo argomento. Invece è fondamentale per la storia della moda e della lingerie. Grazie. Rosa

  2. Questo è un post incredibile, visito il vostro
    blog ogni giorno e condivido gli articoli interessanti anche con i miei follower su Facebook e la mia lista di e-mail.
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