Lolita di Vladimir Nabokov
“Dolores” di Beatrice Brandini
“Io non penso in nessuna lingua; penso per immagini”. Vladimir Nabokov.
Vladimir Nabokov pubblicò il suo romanzo più celebre, Lolita, nel 1955, la storia di una grande passione, pura e peccaminosa allo stesso tempo.
Indagando e penetrando nell’animo umano, Nabokov mise in scena la disperazione che solo un amore totale può provocare. Non diverso da quello di Tristano e Isotta, di Romeo e Giulietta o di Anna Karenina.
William-Adolphe Bouguereau, Boucles d’oreilles
Balthus, Katia che legge, 1968 – 1976
Ho letto il romanzo in età adulta, comprendo integralmente la sua grandezza; troppo spesso infatti, questo testo è stato vittima di fraintendimenti e scandali, a cominciare dalla sua prima pubblicazione. Ma anche se l’argomento appare scabroso e inopportuno, in realtà si tratta di una storia d’amore.
Notevole era la differenza di età dei due protagonisti, anche se oggi i 37 anni di Humbert Humbert, il professore che si innamora follemente di Dolores, chiamata anche Lola o, appunto, Lolita, fanno un po’ meno scalpore; infatti se negli anni cinquanta avere trentasette anni significava essere un signore attempato, oggi, alla stessa età, sei un giovane uomo.
Balthus, Ritratto di André Derain, 1936
William-Adolphe Bouguereau, Fardeau agréable
Ho visto anche il film di Stanley Kubrick, un capolavoro per regia, atmosfera e fotografia, niente a che vedere con la rivisitazione più recente. Kubrick era capace di cimentarsi in qualsiasi genere e fare di esso un capolavoro (paura Shining; fantascienza 2001: Odissea nello spazio; guerra: Full Metal Jacket; thriller psicologico : Arancia Meccanica; in costume: Barry Lyndon, ecc.).
Locandina “Lolita” di Stanley Kubrick, 1962
Si deve a Nabokov il termine Ninfetta (che attribuì a Lolita), una geniale interpretazione linguistica che prese in prestito da Ninfa, essere immortale che attirava il desiderio degli Olimpi verso la terra e ne invadeva la mente con la possessione erotica. Non fece forse lo stesso Dolores/Lolita a Humbert? Oggi questo termine, privato da ogni conoscenza etimologica, è usato negativamente e inopportunamente.
William-Adolphe Bouguereau, Avant le bain, 1900
Balthus, Therese, 1938
L’arte ha spesso rappresentato giovani o giovanissime donne, i due i pittori che più di altri ne hanno espresso le grazie, sono Jacques Bourboulon e Balthus.
Anche la moda, ciclicamente, presenta un’idea di giovane fanciulla attraverso abiti eterei, leggeri, floreali, di pizzo o san gallo. Inducendo le donne che li indosseranno a sentirsi, allusivamente, un po’ Lolite.
No. 21
Stella McCartney
Philosophy by Lorenzo Serafini
Alberta Ferretti
Giamba
“Lolita mood” di Beatrice Brandini
Buona vita a tutti!
Beatrice
Come sempre i suoi post sono molto interessanti, è vero che si tratta di una storia d’amore ma c’è anche altro: le emozioni che questa adolescente maliziosa provoca in un uomo adulto suscitando un desiderio eccitante e travolgente.
Anche io ho letto il libro in età adulta, un capolavoro! non ho mai visto le versioni cinematografiche.. bellissimo articolo complimenti!
Lolite, che splendore. Un un mondo governato da stress e brutture, queste giovani ragazze fanno sognare.
Giulio