Madame d’Ora e le sue indimenticabili fotografie

“Rossetto sbaffato” (“Rouge à lèvres taché”) di Beatrice Brandini

Tamara de Lempicka fotografata da Madame d’Ora (Dora Philippine Kallmus)

Dora Philippine Kallmus, in arte Madame d’Ora,  fu la prima donna ammessa alla Scuola applicata di Grafica di Vienna, nel 1905, un’altra figura femminile di immenso talento che ha contribuito a rendere le donne creative ed indipendenti.

Foto di Madame d’Ora (Dora Philippine Kallmus)

Sempre nel 1905 entrò a far parte dell’Associazione dei Fotografi Austriaci, diventando in poco tempo la principale fotografa ritrattista dell’alta borghesia austriaca. Gustav Klimt scelse lei per farsi ritrarre, come Tamara de Lempicka, le sorelle Floge, Pablo Picasso e molti altri.

Foto di Madame d’Ora (Dora Philippine Kallmus)

Foto di Madame d’Ora (Dora Philippine Kallmus)

Da Vienna si trasferisce a Berlino, per lavorare come tirocinante nell’atelier del famoso ritrattista Nicola Perscheid; durante questo apprendistato incontrerà il suo assistente, Arthur Benda, con il quale nascerà una collaborazione artistica che darà vita allo studio Benda – d’Ora.

Tamara de Lempicka fotografata da Madame d’Ora (Dora Philippine Kallmus)

Tornati a Vienna, in poco più di vent’anni (si separeranno nel 1927), l’atelier dei due artisti, darà vita a più di 90.000 scatti, ma sarà sopratutto il contributo di Dora a creare qualcosa di nuovo; infatti Dora prediligerà la macchina fotografica a mano (all’epoca, soprattutto per i ritratti, si usava il cavalletto), modalità che le garantirà un maggiore dinamismo, facendo diventare la fotografia molto più moderna e autentica. Non solo, le pose formali e rigide saranno abbandonate, di fatto Dora sconvolgerà i ritratti convenzionali che avevano dominato fino ad allora.

Elise Altmann Loos fotografata da Madame d’Ora (Dora Philippine Kalmus), 1922

Josephine Baker fotografata da Madame d’Ora (Dora Philippine Kalmus) , 1928

Le ballerine saranno il soggetto prediletto durante tutta la sua carriera, principalmente per il dinamismo e la sinuosità delle pose a cui le artiste sono abituate. Tuttavia sarà la moda a decretare il successo dell’atelier fotografico. La Kallmus comincerà a collaborare con la rivista L’Officiel de la Couture, si trasferirà a Parigi, dove alternerà il lavoro in atelier a quello per la rivista. Le sue modelle saranno Anna Pavlova, Eva Rubisten, Tamara de Lempicka (fu una nota modella prima di diventare una straordinaria pittrice). 

Rhythmic Pose, 1930, doto di Madame d’Ora  (Dora Philippine Kalmus) 

La società stava cambiando, la moda, come sempre, ne catturava il cambiamento in atto. La pubblicità diventa un mezzo sempre più necessario per valorizzare i prodotti,  l’immagine la strada fondamentale per esprimerlo.

La Seconda Guerra Mondiale, e le sue origini ebraiche,  la costrinsero a chiudere l’atelier e a rifugiarsi a Sud di Lione. Dopo la guerra, fra il 1948 e il 1954, la Kallmus realizzò due straordinari reportage, uno, commissionato dal’Onu, in cui sono ritratte le famiglie dei rifugiati di guerra che tornano a quello che rimane delle loro case bombardate;  il secondo chiamato Abattoir (mattatoio), i macelli parigini usati come metafora dell’orrore dell’olocausto.

   

   

Anni ruggenti” di Beatrice Brandini

Madame D’Ora tornerà ai ritratti molto più tardi, intorno alla fine degli anni Cinquanta, quelli di Pablo Picasso e Jean Cocteau furono gli ultimi. 

Autoritratto fotografico di Madame d’Ora (Dora Philippine Kallmus), 1929 

Fondamentale il suo contributo al cambiamento dell’estetica della fotografia, capace di rendere le sue donne sensuali ma non statuine, rafforzando la consapevolezza di se stesse e dando vita ad una coscienza femminista. Dall’altra parte abile a testimoniare  le atrocità dell’essere umano, con le strazianti e crudeli immagini dei suoi reportage. Testimoniando un periodo storico vivace e brillante, ma anche immensamente spietato e malvagio.

Buona vita a tutti!

Beatrice

 

3 commenti su “Madame d’Ora e le sue indimenticabili fotografie

  1. Che foto meravigliose, non conoscevo quest’artista. Mi piace il suo blog perché ci fa conoscere sempre personalità meravigliose. Attilio

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