RAGAZZE CON LA SCIARPA: Claudine

“Claudine al sole con il suo asciugamano” di Beatrice Brandini

Claudine era una ragazza francese, piena di charme, adorava la danza classica ed era entusiasta della vita.

A volte si sdraiava al sole nel suo giardino, in una bella casa isolata sulla collina, senza che nessuno la vedesse e lì, con un asciugamano a strisce colorate, si rilassava leggendo un libro, dopo aver ballato tutto il giorno.

“Claudine” di Beatrice Brandini

Una mattina si addormentò sotto il sole tenue di una dolce giornata primaverile,  fece un sogno bellissimo, liberando tutte le sue paure e incertezze. 

Pensò di essere la prima ballerina dell’Opéra di Parigi, protagonista di un balletto ispirato e creato da lei stessa. La storia era quella di una bambina nata con un problema alle gambe. Questa bimba non camminava bene, la sua andatura era incerta, continuamente in pericolo di cadere. Ma Claudine, questo era il nome della piccola, era nata con il dono di interpretare la musica con il corpo. 

I suoi genitori consultarono infiniti specialisti e tutti le diagnosticarono una malformazione delle articolazioni che molto probabilmente l’avrebbe destinata ad una vita sulla sedia a rotelle.

“Ortopedico che visita Claudine” di Beatrice Brandini

Suo padre però, che l’amava e conosceva meglio di tutti, non si arrendeva a quella drammatica diagnosi. Aveva poi notato, che quando Claudine era in braccio, ogni volta che sentiva della musica muoveva a tempo le sue gambine magre, tanto da farle dimenticare quei problemi che sembravano irrisolvibili. Decise quindi di spendere i suoi soldi assumendo un famoso istruttore di ginnastica per farle rafforzare i muscoli e le incerte movenze. Forse non sarebbe cambiato niente, ma valeva la pena tentare anche quella strada.

“Istruttore di ginnastica” di Beatrice Brandini

Claudine così passava molte ore al giorno facendo esercizi impegnativi, a volte molto dolorosi e sfinenti, ma anche l’istruttore, proprio come il padre,  aveva la speranza che sarebbe migliorata. Notava infatti che, giorno dopo giorno, la bimba amante della musica, timidamente, faceva dei movimenti, paragonabili a piccoli miracoli. Ogni volta vedeva dei progressi convincendosi più che mai che Claudine ce la potesse fare. 

L’istruttore notò anche che la bambina aveva un orecchio musicale, trasformava infatti le note in movimenti creativi; decise così di consultare un’ amica insegnante di danza classica in una piccola scuola, e, dopo aver parlato con Claudine, la convinse ad iscriversi. 

“Claudine e i primi passi di danza” di Beatrice Brandini

Claudine ne fu entusiasta e, anche se ancora non ne aveva piena coscienza, la danza era la sua vita, quando ballava, o tentava di farlo, era felice, si sentiva finalmente bene, dimenticandosi la fatica e la sofferenza.

Le giornate trascorrevano così con esercizi alla sbarra, piccoli volteggi, timide piroette. 

Passarono un pò di anni, Claudine e la sua famiglia capirono che il “difetto” non era altro che un ritardo nello sviluppo delle ossa e la sua  ipersensibilità un ostacolo emotivo da diventare fisico.

Non ci volle molto tempo a farla diventare una brava ballerina. La sua insegnante di danza era felice dei  progressi, stava diventando bravissima; la sua passione, la sua vocazione, unite ad una volontà di ferro e a una classe innata, fecero il resto. 

Decise quindi di portarla in una grande scuola da ballo di Parigi, collegata direttamente con l’ Opéra. L’ingresso era a numero chiuso e lei doveva dimostrare di essere all’ altezza prima di poterla frequentare. Fece il provino ma la sua performance fu caratterizzata da molti errori, l’esclusione era certa, quando una  signora della commissione vide in lei qualcosa di speciale. Pensò che nella sua scuola potesse migliorare e che forse le sue incertezze erano frutto della timidezza. Le chiese di rifare la prova senza musica e con una benda nera sugli occhi, probabilmente in questo stato di isolamento si sarebbe dimenticata del resto, concentrandosi solo sulla danza. Mentre gli altri membri della commissione erano increduli e molto scettici,  Claudine si trasportò nel suo mondo incantato pieno di musica, nella sua mente canticchiava una vecchia canzone che usava sempre il suo istruttore, e fu così che ballò incantevolmente. Una prestazione perfetta e sincera, la signora della commissione era vicina alla commozione, conoscendo inoltre la sua  storia. Anche gli altri membri rimasero a bocca aperta, fu così ammessa a quella prestigiosa scuola,  e, dopo qualche anno , divenne la più brava, la prima ballerina dell’ Opéra di Parigi. 

“Opéra di Parigi” di Beatrice Brandini

Scrisse un balletto che avrebbe portato in teatro, lo chiamò “Le Rêve” (“Il Sogno”)  ed era ovviamente autobiografico. Claudine aveva ormai 20 anni e quel balletto, la consacrò, non solo fra gli spettatori, ma anche fra i critici. Un grande successo che aveva guarito ogni ferita della sua triste infanzia. 

D’un tratto, un forte rumore in lontananza, la risvegliò di colpo e Claudine capì che quel sogno era la realtà, la sua storia. Lei era davvero la prima ballerina dell’ Opèra di Parigi,  ed era accaduto anche tutto il resto. Entrò in casa e vide i suoi genitori sempre più orgogliosi della loro figlia e l’ istruttore (lo stesso voluto fortemente  dal padre), con il quale continuava a fare gli esercizi da quando era bambina.

Claudine era felicissima e già pensava ad un nuovo balletto, lo avrebbe intitolato “Réalité” (la Realtà) poiché dopo i sogni per lei c’erano stati i successi. 

“Claudine sul palco dell’Opéra” di Beatrice Brandini

La vita le aveva dato ciò che sognava, grazie al suo impegno, al suo talento e sopratutto alla volontà di non arrendersi mai. Capì che dopo il sogno c’è sempre una realtà, e per lei , finalmente, questa era diventata bellissima. 

Buona vita a tutti!

Beatrice

 

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