Rei Kawakubo / COMME des GARçONS @ The Met: la donna che rivoluzionò l’estetica della moda

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Abito Comme des Garçons foto di Paolo Roversi, 1997

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“Kiko” di Beatrice Brandini

“Ciò che faccio non è influenzato da ciò che accade nel mondo della moda o della cultura. Parto da immagini astratte per creare un nuovo concetto di bellezza.” Rei Kawakubo. Questa frase spiega più di qualsiasi altra parola il magnifico e unico percorso di Comme des Garçons.

Credo che Rei Kawakubo rappresenti una delle più grandi designer della moda di tutti i tempi, colei che, insieme a pochi altri, ha rivoluzionato un gusto, un’estetica, un concetto di moda a 360°. Non ho nessun capo di questo marchio, probabilmente non sarei nemmeno capace d’indossarlo, ma rispetto tantissimo la sua visione ed è proprio da questo rispetto che nasce il mio post e la mia grande stima per Rei.

Rei Kawakubo ha stravolto i canoni estetici in un momento in cui la moda significava soprattutto glamour e griffato. Il marchio Comme des Garçons nasce infatti nel 1969 ma la popolarità fu raggiunta negli anni Ottanta. Da sempre collezioni che non seguono le tendenze, che non vogliono compiacere spettatori o acquirenti, abiti che abbattono i preconcetti di sesso, età e fisicità, intesa come proporzione del corpo.

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Linda Evangelista fotografata da Luigi & Iango per Vogue Giappone, 2014

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Linda Evangelista fotografata da Luigi & Iango per Vogue Giappone, 2014

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Linda Evangelista fotografata da Luigi & Iango per Vogue Giappone, 2014

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Linda Evangelista fotografata da Luigi & Iango per Vogue Giappone, 2014

Il Metropolitan Museum di New York le rende omaggio da domani al 4 settembre con la mostra Rei Kawakubo/Comme des Garçcons: Art of the In-Between, ed è la seconda retrospettiva dedicata ad uno stilista vivente (la prima fu quella su Yves Saint Laurent nel lontano 1983). Il curatore della mostra Andrew Bolton spiega la complessità nel realizzarla, sia per la famosa ritrosia ad apparire dell’artista (appellativo [quello di ARTISTA] non causale), ma soprattutto per il fatto che Rei prediliga che sia il pubblico ad interpretare il suo lavoro e non viceversa. In ogni modo la mostra è l’incredibile cammino di questa designer suddiviso per sezioni, come moda/anti-moda, allora/adesso, soggetto/oggetto, attraverso 120 abiti realizzati tra il 1981 e il 2017. Rei Kawakubo non ha innovato solo la moda, ma anche il design, l’architettura, l’arte in genere.

“Ci sono pochi stilisti oggi attivi in grado di dire la loro in contesto artistico, ma Rei è una di questi”, ha dichiarato Bolton al New York Times. “Sfumando la divisone tra arte e moda Kawakubo ci chiede di immaginare i vestiti diversamente”, le parole di Thomas Campbel, direttore del Met, spiegando che Bolton “esplorerà l’opera della stilista attraverso capi che sembrano sculture in una mostra che sfiderà le convenzioni sul ruolo della moda nella cultura contemporanea”.

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Alcune sale allestite al Met con creazioni di Comme des Garçons

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Alcune sale allestite al Met con creazioni di Comme des Garçons

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Alcune sale allestite al Met con creazioni di Comme des Garçons

Rei Kawakubo con Comme des Garçons ha enfatizzato le forme femminili con improbabili imbottiture, ha rovesciato capi d’abbigliamento in modo che le cuciture diventassero decorazioni, ha creato abiti caratterizzati da spalle spioventi, pantaloni larghi e scarpe maschili, codificando una nuova estetica androgina, ha usato il nero come colore primario e protagonista di intere collezioni, in un momento in cui era destinato quasi esclusivamente a funzioni funebri….

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Abito Comme des Garçons

“Sento che se per un istante sono completamente soddisfatta (riguardo un disegno o un progetto) non sarò in grado di fare nient’altro. Un istante di soddisfazione e temo che non sarei più in grado di crear alcunché. Devo sempre avere fame…” Rei Kawakubo. Fare qualcosa di nuovo è sempre stata una sua prerogativa, dai modelli maschili nelle collezioni femminili (no, non è nuovo il concetto di a-gender per Rei!), ai tessuti invecchiati, dai tagli asimmetrici, alle imbottiture, agli squarci, ai brandelli, al total black…

Molti gli stilisti che hanno attinto dal suo immenso universo creativo, penso ad Alexander McQueen, a Helmut Lang, a Ann Demeulmeester, a Donna Karan. Eppure Rei è priva di nozioni scolastiche nel disegno di moda, e approda a questo mondo attraverso l’ufficio pubblicità dell’importante azienda tessile giapponese Asahi Kasei (che conosco abbastanza bene) disegnando gli abiti che non trovava per il suo lavoro.

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Comme des Garçons, Anna Cleveland fotografata da Paolo Roversi

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Comme des Garçons, Anna Cleveland fotografata da Paolo Roversi

Rei Kawakubo ha portato nella moda un punto di vista totalmente nuovo, ma l’intento non è mai stato quello di appagare il mercato, compiacerlo, Rei voleva innovare, sfidare alcuni preconcetti legati al fashion world; una sfida coraggiosa considerando che questo mondo si concentra sempre di più sulla commerciabilità piuttosto che sulla creatività. Ma non a caso coloro che hanno sfidato queste leggi, anche se hanno trovato spesso ostacoli lungo la loro strada (penso a Lacroix, a Gigli, alla Westwood, ad Azzedine Alaia…), lasceranno un segno nella moda e nella storia del costume, e, meravigliosa sensazione, negli studenti che in tutto il mondo s’ispireranno alla loro creatività. “Non volevo essere un’ennesima casa di moda fra le tante. Volevo realizzare una nuova prospettiva.” Rei Kawakubo

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Kety Perry fotografata da Mert and Marcus per Vogue America, Maggio 2017

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Kety Perry fotografata da Mert and Marcus per Vogue America, Maggio 2017

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Kety Perry fotografata da Mert and Marcus per Vogue America, Maggio 2017

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Kety Perry fotografata da Mert and Marcus per Vogue America, Maggio 2017

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Kety Perry fotografata da Mert and Marcus per Vogue America, Maggio 2017

“Mi interessa la gente. Trovo ispirazione nelle persone che mi circondano. La bellezza o l’eleganza sono questioni di gusto personale e io non ho una definizione di bellezza.” Rei Kawakubo. Concludo con queste meravigliose parole, perfette per rifiutare (magari demolire, spero, per alcuni), l’attuale concetto di bellezza, ovvero quello volgare, banale, e, soprattutto oggi, quotidianamente ostentato. In un momento in cui ognuno si sente libero di dire quello che vuole (ma non ha niente a che vedere con la libertà di parola culturalmente democratica), “tuttologhi” del niente, un’artista che da più di quarant’anni porta avanti la sua estetica con fatica, lavoro, dignità e grande poesia, non può che farci riflettere.

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Storiche creazioni di Comme des Garçons interpretate da Beatrice Brandini

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Storiche creazioni di Comme des Garçons interpretate da Beatrice Brandini

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Storiche creazioni di Comme des Garçons interpretate da Beatrice Brandini

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Creazioni di Comme des Garçons interpretate da Beatrice Brandini

Buona vita a tutti!

Beatrice

 

 

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