Alla Triennale: Io sono un drago. La vera storia di Alessandro Mendini

Allestimento della mostra Io sono un drago. La vera storia di Alessandro Mendini

Tributo di Beatrice Brandini

Avevo già parlato di Alessandro Mendini in un post del 2014, esaltando la sua straordinaria creatività e il mio folle amore per il suo lavoro ( https://www.beatricebrandini.it/mendini-larchitetto-designer-che-ama-arlecchino-e-proust/). La mostra in Triennale (fino al 13 ottobre 2024) lo celebra,  ed io non posso fare a meno di riparlarne.

Allestimento della mostra Io sono un drago. La vera storia di Alessandro Mendini

L’esposizione curata da Fulvio Irace, con l’allestimento di Pierre Charpin, mette in evidenza le molteplici sfaccettature di questo grandissimo artista italiano. Sono infatti più di quattrocento opere quelle esposte in Triennale. 

Allestimento della mostra Io sono un drago. La vera storia di Alessandro Mendini

Designer, architetto, artista, editore, Alessandro Mendini è stato tutto questo e molto altro. 

Nel suo autoritratto del 2006, Io sono un drago, titolo e immagine della mostra, si raffigura come un drago. Un disegno ludico e semplice ma che evidenzia tutta la complessità artistica e umana di Alessandro Mendini. Infatti osservando le didascalie esplicative di ciascuna parte del corpo del drago, si legge mani da artigiano, corpo da architetto, gambe da grafico, piedi da artista, coda da poeta, petto da manager e perfino una pancia tonda da prete.

Allestimento della mostra Io sono un drago. La vera storia di Alessandro Mendini

E ciò che sembra quasi un ossimoro, esprime invece perfettamente la complessità dell’artista Mendini. Lui stesso si definiva un puntinista “Essere puntinista significa essere interessato al piccolo, dove tante cose piccole messe insieme formano un’immagine. E se tutto il piccolo è di qualità, allora anche il grande sarà di qualità”. Alessandro Mendini.

Vasi di Alessandro Mendini

La mostra si articola su sei sezioni, raccontando i diversi profili di Mendini, culminando con un’istallazione omaggio alla sua figura, realizzata da Philippe Starck. La prima sezione espositiva, Identikit, mette in risalto l’importanza del disegno per Mendini. Eloquente la lettera che lo stesso artista scrisse ai familiari per comunicare loro il passaggio dalla facoltà di ingegneria a quella di architettura (meno “salda”, ma sicuramente più creativa). “Io, se nella mia professione riuscirò a valere qualcosa non sarò certo dal lato tecnico della materia, ma dal lato artistico”. 

Allestimento della mostra Io sono un drago. La vera storia di Alessandro Mendini

Il disegno per Alessandro Mendini era necessario, quasi una forma di meditazione o di preghiera quotidiana. Disegni diversi, soprattutto schizzi di idee, raccolti in mostra in migliaia di fogli raffiguranti strane creature, mostri, ritratti e autoritratti ironici, surreali, edifici utopistici.

Un disegno dalla mostra Io sono un drago. La vera storia di Alessandro Mendini

Meravigliosi gli oggetti progettati da Mendini come designer. Lui diceva “Tendo a romanzare gli oggetti”, sottolineando la sua propensione a ricoprirli dalle mille texture colorate. Famosa e longeva la sua collaborazione con Alessi; nella “Giostra delle meraviglie”, si espone l’intera gamma pensata da Mendini per l’azienda italiana, dove il Cavatappi Anna G è l’emblema più iconico.

Disegno di Alessandro Mendini: Io sono un drago. La vera storia di Alessandro Mendini

Le Architetture si presentano in una ricca collezione di modelli in miniature, opere architettoniche realizzate dall’Atelier Mendini. Dove fra tutti si evidenzia il progetto per il Groningen Museum in Olanda, perfettamente Mendiniano.

Poltrona Proust di Alessandro Mendini

Nelle Stanze c’è infine il ricordo primordiale dell’infanzia, come cita il curatore Fulvio Irace, ultima sezione della mostra. Fra gli anni Settanta e Novanta, Mendini progettò una serie di “camere” senza finestre, contenitori di idee concettuali , in cui si uniscono ricordi, sogni, proposte e persino incubi.  L’apoteosi del puntinismo di Mendini, nelle stanze ritroviamo ogni genere di oggetto progettato dall’artista, dalla carta da parati, al divano, fino al meraviglioso esemplare Poltrona Proust, mio incredibile amore che prima o poi acquisterò!

Chiome di Beatrice Brandini

Grazie Alessandro, per aver reso la nostra quotidianità più colorata e gioiosa.

Buona vita a tutti!

Beatrice

 

 

 

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato.