Cindy Sherman e la sua indagine sugli stereotipi femminili

“Cindy” di Beatrice Brandini

Cindy Sherman Untitled #410,  Christies 

Cindy Sherman ha reso la fotografia un mezzo espressivo dell’arte contemporanea in maniera più efficace di qualsiasi altro.

Cindy Sherman Untitled Film Stills #21, Sotheby’s 

Nata nel New Jersey nel 1954, è autrice delle fotografie più pagate nella storia, la sua Untitled #96, del 1981, è stata battuta all’asta da Christie’s per 3.890.500 dollari, foto che sono ovviamente opere d’arte e che la vedono come protagonista assoluta.

La Sherman infatti è sempre al centro delle sue opere, travestita, truccata, nascosta o camuffata, creando “parodie” sui luoghi comuni sulle donne, e sicuramente, caricature degli stereotipi femminili vivi nell’immaginario collettivo.

Untitled Self Portrait with Sun Tan, Sotheby’s

Dedita fin da piccola al travestimento, è la stessa artista a dire che da bambina lo facesse per divertimento, quando si sentiva triste o confusa. Forse tutto nasce proprio grazie alla bisnonna,  che le aveva regalato una grande quantità di vestiti anni ’20 e che, all’interno della sua cameretta, servivano a diventare qualcun altro, formando la piccola Cindy in un’attrice, e dando vita ad una serie infinita di personaggi che sono arrivati fino a noi.

Cindy Sherman Untitled Society portraits #474 

Inizia con la pittura, ma capisce abbastanza presto che quella non sarà la sua strada, pertanto cambia dipartimento e sceglie quello di fotografia. Tra il 1977 e il 1980 realizza una delle sue serie più famose, ovvero Untitled Film Stills, sono 69 immagini in bianco e nero in cui la Sherman mette in atto film immaginari degli anni ’50 e ’60, richiamando alla memoria bellissime eroine dei film di Hitchcock o di Truffaut.

Cindy Sherman Untitled #96, Christies 

Sempre mettendo in posa se stessa, cambia “soggetto”, spostandosi dalle atmosfere cinematografiche a quelle storiche artistiche, ricostruendo i quadri più rappresentativi della storia dell’arte, sono quelli della serie History Portraits. Passa poi ai ritratti delle signore dell’alta società, con Society Portraits. La sua ascesa non si ferma più, tutti impazziscono per le sue fotografie.

Cindy Sherman Untitled #565

Nonostante sia la protagonista di tutte le sue opere, la vera Cindy Sherman rimane invisibile (rarissime le sue foto al naturale). “Mi sento anonima nel mio lavoro. Quando guardo le foto non mi vedo mai, non sono autoritratti. Quando preparo le fotografie, guardo in uno specchio vicino alla macchina: è come una trance. Fissandomi cerco di diventare quel personaggio attraverso l’obbiettivo.”

Cindy Sherman è bravissima a muoversi nel campo dell’arte, a prestarsi per alcune pubblicità, le più importanti quelle con Comme des Garçons e con Marc Jacobs per Vuitton, rimanendo sempre se stessa e non tradendo mai la sua ricerca.

Cindy Sherman serie Clowns

Una, nessuna e centomila Cindy. Ha interpretato centinaia di personaggi facendo sempre tutto da sola, infatti l’artista è modella, fotografa, parrucchiera, truccatrice e stylist. Ha rivoluzionato il concetto di autoritratto grazie al rito di travestirsi, truccarsi, indossare talvolta anche protesi, per assumere le sembianze di chi decide di essere.

La scelta dei Clowns, nella sua celeberrima serie, non è casuale (non lo è niente se parliamo della Sherman), nasce infatti dopo l’11 settembre per cui la tragedia, a cui tutto il mondo assiste diventa metafora dei sentimenti nel  volto di un clown. Dietro un sorriso dipinto c’è allegria ma anche tristezza, perfetta maschera ad interpretare i diversi stati d’animo dell’essere umano.

Cindy Sherman serie History Portrait 

“Da ragazza ero disgustata dalla sacralità che avvolgeva l’arte. Così ho scelto di fare qualcosa che anche la gente comune potesse apprezzare, che facesse parte della cultura di massa, ma che allo stesso tempo la prendesse in giro.”

      

“Fashion American history” di Beatrice Brandini

Ognuno di noi ha sognato, almeno una volta nella vita, di essere qualcun altro, forse la fissazione di trasformarsi e di interpretare una così straordinaria gamma di identità femminili nasce da questo desiderio e da un’urgenza, come la stessa artista dichiarò candidamente a Art News “mi truccavo a casa e mi trasformavo in una persona che non ero io, ero ossessionata dall’essere presentabile”.

Una bellissima Cindy Sherman 

Probabilmente se avessi scelto la recitazione saresti stata un’attrice straordinaria, chissà con quali trasformazioni ci avresti stupito…, ma in fondo è andata molto bene anche così. Le tue inimitabili foto sopravviveranno ancora molto a lungo.

Buona vita a tutti!

Beatrice

 

2 commenti su “Cindy Sherman e la sua indagine sugli stereotipi femminili

  1. I really like Cindy Sherman because she is a strong woman, she is not afraid of transforming herself and getting ugly, she doesn’t let anyone influence her.
    WOMEN power!

  2. Peccato non avere in Italia una Sherman, forse perché, come per tanti altri settori , siamo un po’ arretrati, soprattutto quando si parla di “quote rosa”.
    Brava che parli sempre di grandi donne.

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