Museo Casa Mollino: in un luogo magico dove la suggestione diventa soggezione.

1 cop

Particolare camera delle Farfalle, Museo Casa Mollino. Torino

2 farfalla

“Farfalla” di Beatrice Brandini

Ho già dedicato un post a Carlo Mollino (febbraio 2015), il cui lavoro e la sua personale visione estetica, hanno avuto una grande influenza nel mondo dell’arte e della cultura in genere. Dopo aver letto molto su di lui, volevo visitare la sua Casa che l’appassionato e tenace Fulvio Ferrari (insieme al figlio Napoleone) ha rifatto vivere trasformandola in un museo.

3 sala   4 sala

Soggiorno con cammino a parete disegnato da Mollino

5 sala

Soggiorno con cammino a parete disegnato da Mollino

7 ingresso

Ingresso

8 ingresso pavimento

Porta di soggiorno verso il terrazzo. Conchiglia Tridacna Gigante

Non esiste un sito web di questo magico luogo, ma la sua rinomanza e fascinazione è conosciuta in tutto il mondo, dove estimatori, designer, architetti, artisti, registi…, fanno spesso viaggi, arrivando dall’altra parte del globo, per visitarlo (Museo Casa Mollino, via Napione 2, Torino; visite su appuntamento telefono 011 8129868).

Non si tratta solo dell’incanto nel vedere un bel museo, dove per altro si trovano pezzi e arredi vari appartenuti e, per la maggior parte dei casi, interamente progettati dallo stesso genio del Novecento, visitando questo luogo si torna a casa diversi, arricchiti, capendo che ciò che abbiamo visto ed ascoltato è qualcosa di straordinario, in un certo senso potremmo definire la visita “un esperienza intensa”.

9 vista

Vista dal terrazzo sul fiume

10 scorcio    11 ingresso

Scorcio ingresso

12 bis polaroid

Polaroid di Carlo Mollino

12 sala    13

Sala da pranzo

Fulvio Ferrari, chimico, la cui inesauribile ed eclettica personalità lo ha visto cimentarsi con successo nella ristorazione, nel design, nell’arte (gallerista), oggi è il presidente di Casa Mollino, la cui passione e conoscenza è diventata quasi un’ossessione per questo eccentrico e spregiudicato architetto.

Carlo Mollino (1905 – 1973) è stato un designer, un appassionato di aerodinamica, un pilota d’aereo, un fotografo, un grande architetto del Novecento, una figura che ancora oggi (e domani) ispira menti creative e vive.

14    15

Calco in gesso, letto impero e altri particolari nella Camera delle Farfalle

16

Camera delle Farfalle

17

Camera delle Farfalle

18

Stampe nelle Camera delle Farfalle

19    20

Vestaglia e altri particolari nella camera da letto o Camera delle Farfalle

21

Camera delle Farfalle

22    23

Bagno

La casa di via Napione è l’ultima dimora segreta concepita dall’eclettico Mollino come casa dello spirito, destinata a ospitare la sua essenza incorporea oltre la parentesi della vita terrena. Essa fu riprogettata da Mollino tra il 1960 e il 1968, l’architetto dedicò quindi molto tempo alla realizzazione del luogo perfetto. L’appartamento si trovava (ancora oggi) al piano nobile di un villino del 1888 nel centro della città di Torino. Tuttavia, la casa fu priva di abitanti e di invitati, poche le persone vicine a Mollino che ne conoscevano l’esistenza.

24    25

Altri scorci della Casa Museo di Carlo Mollino

26

Altri scorci della Casa Museo di Carlo Mollino

27    28

Ingresso

29    30

Ingresso

Si capisce quanto questa storia e questa casa siano pervase da fascino, ma soprattuto da mistero, un mistero che potrebbe avere una chiave di lettura ne “Il messaggio dalla Camera Oscura”, libro di storia, critica e di immagini fotografiche che Carlo Mollino scrisse nel 1949, in cui troviamo la regina egizia Taja, moglie del faraone Amenophis III (celebre per la sua passione per l’architettura), nel frontespizio del libro; ma poiché questo testo non ha nessun legame con l’antico Egitto, perché Mollino usò questa citazione?

Parlando con Fulvio Ferrari, si evince che Mollino abbia attinto dalla civiltà egizia per realizzare questa casa, fedele al concetto (proprio come gli egizi) per cui la vita ultraterrena è più importante di quella terrena; gli edifici e le abitazioni egizie (templi e piramidi) erano progettate per ospitare l’anima del defunto, Carlo Mollino ha realizzato la casa di Via Napione come una “Residence d’Éternite”, diventando lui stesso il faraone Mollino.

31

Altri scorci della Casa Museo di Carlo Mollino

32 bis Foto    32 bis foto seconda

Foto di Carlo Mollino nella casa di Via Napione

32    33

Ingresso

Boschi fotografici, zebre, conchiglie, pareti leopardate, superfici specchiate e riflettenti, un esercito di farfalle, ritratti femminili…, sono tutti elementi simbolici ed esoterici ricchissimi di significati. Nel bellissimo libro “La Casa di Mollino”, Fulvio Ferrari ci spiega nei dettagli questa affascinantissima storia., concludendo con queste parole: “ Gli antichi Egizi, che seppur scomparsi da duemila anni, ancora abitano tra noi, sarebbero stati il soggetto di un libro che l’incantatore avrebbe voluto scrivere. Ma chi poteva suppose che anziché scriverlo sulla carta da stampa lo avrebbe elaborato da mago con un “gioco di carte” fatte con piastrelle, tappeti, specchi, oggetti di seconda mano? Si sospetta siano vocaboli per un tempio iniziatico, forse l’ultimo messaggio che Carlo Mollino ha compitato: un luogo per indurre chi oggi acceda a via Napione a raggiungere uno stato di coscienza superiore, un riflesso della natura divina nell’umano. “

Ed è esattamente questa la sensazione che si prova varcando quella porta.

34

Ritratto di Carlo Mollino

      

Mood “end of Sixties” di Beatrice Brandini

Buona vita a tutti!

Beatrice

 

 

 

 

4 commenti su “Museo Casa Mollino: in un luogo magico dove la suggestione diventa soggezione.

  1. Bellissimo questo museo che non conoscevo, benché piemontese. Una vera lacuna. Grazie al suo articolo lo andrò a visitare, dalle foto sembra un posto bellissimo e molto affascinante. Grazie

  2. Conoscevo l’esistenza di una casa che Mollino aveva arredato senza però aver l’intenzione di abitarla. Non ricordavo però dove fosse e non sapevo fosse visitabile. Ho trovato i riferimenti oggi andando a visitare la mostra di Camera, tra l’altro per me molto bella e allestita benissimo.
    Confesso che ci sono andata per vedere le immagini dell’edificio della società ippica, insensantemente demolito nel 1960

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato.