Pitti Uomo 101, la moda riparte da qui!

Allestimento Pitti Uomo 101

“Forever young, forever fun, always ecologist” mood di Beatrice Brandini

Ieri si sono aperte le porte della fiera più importante per la moda maschile: Pitti Uomo.

Credo sia stato molto difficile per gli organizzatori, espositori e visitatori esserci, ma averlo fatto, aver confermato in qualche modo la propria presenza,  è un segno di grande forza e ottimismo. 

500 le aziende presenti, numeri ancora abbastanza lontani da quelli che precedevano il Covid (in genere 1.200), ma certamente un’ideazione interessante, anche per la presenza di 151 brand provenienti dall’estero.

“YOUNG MOUNTAIN” mood di Beatrice Brandini 

Una voglia di libertà e di natura che soprattutto i più giovani stanno manifestando. L’idea di montagna è meno snob e meno contestualizzata di un tempo, diversi anche i codici estetici. Non si utilizza più un abbigliamento specifico, almeno non solo, ma il piumino che indosso sarà lo stesso in montagna come in città. Molto importanti le stampe, le fantasie, i volumi e le collaborazioni/contaminazioni fra sport e fashion.

“Velvet Forest” mood di Beatrice Brandini

Proposte eleganti e raffinate, un pò dandy; molti velluti, tessuti damascati e broccati anche per realizzare piccoli accessori. Ma anche in questo tema non si ha nostalgia per il passato, è un eleganza moderna e contemporanea, soprattutto per i volumi dei capi e per le lavorazioni. Ritorno della cravatta.

“Forever young, forever fun, always ecologist” mood di Beatrice Brandini

Giocosità, fluidità, colori accessi. Si ha voglia di giocare, ora più che mai con questa maledetta pandemia. Gusto che mescola lo stile preppy con gli anni ottanta e novanta. Look formale, quasi sportivo, ma l’artigianalità e la preziosità dei tessuti e disegni lo rende lussuoso e prezioso. Molto unisex.

Ho visto cose interessanti che, come di consueto, ho fotografato e brevemente raccontato. 

   

Lardini, come sempre interessantissima la presentazione (bravo, fra i grandi, ad aver confermato la presenza a pitti) e ovviamente la collezione. Il vero Made in Italy, bello, ben fatto, portabile ma raffinato.

Griffin, outwear jackets performanti e funzionali, ma anche fashion. Bellissimo il claim “Love Life, Love Griffin”.

Herno, un’azienda con una lunga storicità come leader di produzione per i più importanti brand della moda, ma che con Herno ha creato un brand riconosciuto e riconoscibile dagli eccellenti capispalla, già con 70 anni di storia alle spalle.

   

Baldi, Noskra, Italian Family, Baia, tutte proposte interessanti di italianità, ovvero qualità e stile.

   

Paul&Shark, da sempre la missione del marchio è la ricerca nell’eccellenza dei materiali e nelle lavorazioni. Un sportswear smart, perfettamente italiano.

   

L’impermeabile, “moda, è quello che non è di moda”, questo il motto di questa storica e italianissima azienda, che fa bellissimi impermeabili dagli anni sessanta. Convinta che non sia necessario stravolgere ogni sei mesi le proprie collezioni. Applauso anche perché forse  la pandemia ci vuole dire anche questo.  

   

Re-HasH prodotti curati nei minimi dettagli, una ricerca costante fra innovazione e tradizione.

Petronius 1926, ho conosciuto queste due straordinarie sorelle che con costanza e impegno portano avanti l’azienda di famiglia, facendo della cravatta un segno distintivo della tradizione, della qualità e della bellezza. Interessantissima la capsule  patchwork fatte con scarti di cravatte in magnifiche sete. 

Roy Robson, Tardia , Breras , tutte e tre diverse ma tutte e tre ugualmente interessanti, queste proposte “sartoriali” per l’uomo che ritrovano un’eleganza senza tempo.

Baronio Kids, pantaloni da tre generazioni, adesso per tutta la famiglia. Apprezzo chi concentra le proprie risorse e il proprio sapere in un prodotto specifico, facendolo diventare un fiore all’occhiello della propria azienda.

People of Shibuya, un’azienda italiana che abbina lo stile con le più innovative tecnologie. Per global travelers. 

Maurizio Miri, al di là dello stand abbastanza opulento, invece le collezioni sono caratterizzate da tagli, tessuti e accessori che esaltano uno stile pulito. Interessante.

Nine: inthe: morning, “L’abilità sartoriale si manifesta nella bellezza di un paio di pantaloni”. Questa la filosofia del brand. Bei tessuti e bella manifattura.

 

Pierre-Louise Mascia, collezioni che nascono dal fortunato incontro di un creativo e un’azienda italiana leader nella stampe (Achille Pinto S.p.A.). Il risultato non poteva che essere favoloso.

Gavazzeni, importante produttore di accessori per i più grandi brand, con questa linea crea il suo piccolo gioiello con il proprio nome. Molto belle queste borse femminili.

   

Pantofola d’Oro, un nome leggendario nel mondo delle scarpe da calcio, il primo ad aver concepito scarpe comode, morbide e molto belle. Oggi da questa storia sono nate scarpe per uso quotidiano, che mantengono sempre le radici nella loro storia, perché questo patrimonio non sia dimenticato. 

Elias 024, Toni Elias, un ex pilota che a Pitti presenta la sua prima collezione di scarpe, interamente Made in Italy. Sicuramente qualcosa di nuovo che non tarderà a farsi notare.

Tela Genova riproducono originali pezzi di storia di grande qualità e tradizione tutta italiana. “Ogni jeans è un capolavoro”.

Premiata, scarpe artigianali che nascono in una terra famosa per la produzione di calzature, le Marche. Ancora una volta una bella storia italiana che non segue mode e dettami sterili, ma ha una propria identità.

Plus, belle queste collezioni sportswear per disegni e materiali.

L10brand, un mondo di piccoli accessori, funzionali e sempre divertenti.

Tooco, dai costumi alla maglieria, sempre con il tocco nomade che li contraddistingue.

   

Streetstyle in fiera

Spero che presto si torni a vedere Firenze invasa da persone provenienti da tutto il mondo, con hotel e ristoranti in cui è difficile trovare spazio nei giorni della kermesse. Desidero che tutto quello che avevamo solo due anni fa ritorni ad essere “normale”, speriamo con qualche consapevolezza e gentilezza in più. Sarebbe l’unica cosa positiva lasciata da questa pandemia.

Buona vita a tutti!

Beatrice

 

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