Quando talento e impegno civile si sposano nei manifesti di Stefano Rovai

Stefano Rovai: MANIFESTI 78/25 presso IED ex Teatro dell’Oriuolo

Poster di Beatrice Brandini

All’ex Teatro dell’Oriuolo, la retrospettiva dedicata al lavoro di Stefano Rovai, con 130 manifesti, dal 1978 al 2025 , che ripercorrono decenni di attività di questo straordinario art director e progettista visivo.

 

Alcuni lavori di Stefano Rovai nella mostra MANIFESTI 78/25 presso IED ex Teatro dell’Oriuolo

L’esposizione, Manifesti 78/25, organizzata nell’ambito del programma di “Campo Aperto” dello IED di Firenze, si svolge fino al 26 settembre in via dell’Oriuolo 31, presso l’ex Teatro dell’Oriuolo, oggi sede di eventi dell’Istituto Europeo Design.

 

Alcuni lavori di Stefano Rovai nella mostra MANIFESTI 78/25 presso IED ex Teatro dell’Oriuolo

Ma perché i manifesti di Stefano Rovai? Perché quello del manifesto è un linguaggio potente e immediato, uno strumento di comunicazione libero e, se ben “sfruttato”, un mezzo per impegnarsi civilmente su tematiche necessarie e sempre attuali. Ed è proprio quello che da oltre quarant’anni fa proprio Rovai.

 

Alcuni lavori di Stefano Rovai nella mostra MANIFESTI 78/25 presso IED ex Teatro dell’Oriuolo

“Il valore del design grafico – dice Rovai – è duplice, da un lato rappresenta la possibilità di strutturare il pensiero visivamente, rendendo tangibile l’astratto e accessibile il complesso; dall’altro costituisce un atto di cittadinanza , un gesto di costruzione nello spazio pubblico. Progettare una comunicazione chiara empatica democratica non è solo una competenza tecnica ma un impegno etico”.

 

Alcuni lavori di Stefano Rovai nella mostra MANIFESTI 78/25 presso IED ex Teatro dell’Oriuolo

Lungo la sua carriera infatti Rovai ha firmato oltre 1300 manifesti, molti legati a temi politici, sociali e culturali di grande rilievo. Fondatore dello studio Graffiti – Progettazioni visive, lungo la sua carriera ha vinto anche numerose gare internazionali fra cui quella per la grafica degli allestimenti del Nasjonalmuseet di Oslo, della Bibiothèque National de France, del Musée Richelieu a Parigi, del Museo Marmottan sempre a Parigi…

 

Alcuni lavori di Stefano Rovai nella mostra MANIFESTI 78/25 presso IED ex Teatro dell’Oriuolo

“In un tempo in cui la comunicazione rischia di perdere spessore e responsabilità, – afferma Benedetta Lenzi direttrice Ied Firenze -, questa retrospettiva è un’occasione per riaffermare il potere della grafica come pratica critica, capace di incidere sullo spazio pubblico e di cambiare lo sguardo.

 

Alcuni lavori di Stefano Rovai nella mostra MANIFESTI 78/25 presso IED ex Teatro dell’Oriuolo

C’era un momento in cui Firenze era un punto di riferimento culturale, dove cinema, teatro, moda, musica, arte erano settori in cui grandi artisti e imprenditori non avevano paura di sperimentare e promuovere. Parzialmente ho vissuto quel tempo, ricordo le sfilate di moda a Pitti Donna, prima che Milano si appropriasse del comando mostrando una capacità imprenditoriale e organizzativa che non poteva competere con la nostra bella ma provinciale Firenze. 

 

Mi spiace ammetterlo, ma io fiorentina doc mi chiedo cosa sia successo a questa città negli ultimi trent’anni, e a tutto l’indotto (non solo tessile), che quelle stagioni creative furono capaci di generare. Si perché ho partecipato alla prima Biennale della Moda, un evento unico, che oggi con i social sarebbe diventato virale in tutto il mondo, con personalità come Germano Celant, Luigi Settembrini e Ingrid Sischy. Ho visto Schnabel, Mario Merz, Damien Hirst tutti insieme legati ad uno stesso progetto… . Il Tenax che ha caratterizzato la vita notturna fiorentina con concerti di Paul Weller, Everything But The Girl,  il Festival del Maggio, anticamente uno dei più importanti d’Europa.

Stefano Rovai

Che tempi meravigliosi che rimpiangiamo non solo con nostalgia, ma con l’amara  consapevolezza che non saremmo mai più capaci di rivivere. Rovai era uno dei suoi protagonisti.

Buona vita a tutti!

Beatrice

 

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