“Vittoria e il virus” di Beatrice Brandini
Vittoria era una ragazzina curiosa e molto intelligente, la cosa che amava di più era stare a contatto con la natura e vivere all’aria aperta. Ma purtroppo la pandemia aveva totalmente annientato questa sua grande passione.
Per mesi era stata costretta a stare rinchiusa in casa, non le mancava troppo il liceo o le sue amiche, per questo c’era la tecnologia (DAD e videochiamate), ma andare nei boschi, camminare lungo i sentieri, scoprire nuove forme di vita, almeno per lei che viveva in una grande metropoli, quella sì che era una grande assenza.
Un giorno, dalla finestra della sua cameretta, vide una particolarissima farfalla blu, WOW!!! non ne aveva viste molte in verità, di certo, non una di quella bellezza. Vittoria aprì cautamente la finestra, ma purtroppo la farfalla volò via. Accidenti, non era stata nemmeno in grado di farle una foto, l’insetto era stato più veloce di lei, che peccato, chissà quando ne avrebbe rivista una come quella.
“Vittoria nei giorni senza fine” di Beatrice Brandini
I giorni trascorrevano pigri, la mattina studiava, il pomeriggio si sentiva spesso con la sua migliore amica Sissi; stare più a casa con mamma e papà in fondo era una grande opportunità, gli anni erano passati molto in fretta e le possibilità di stare insieme, a parte le vacanze, erano rare. Però, l’imminente arrivo dell’Autunno, la faceva rattristare, quello era il periodo dell’anno che amava di più, con tutti quei colori, quelle sfumature, i profumi. Le foglie poi, sembravano dei quadri astratti usciti dalle abili mani di un pittore cubista, stare a casa significava perdersi tutto quello spettacolo.
“Vittoria nel parco” di Beatrice Brandini
Una domenica decise di fare una passeggiata nei giardinetti vicino a casa, si poteva ricominciare ad uscire e in fondo, anche se non era un paesaggio come piaceva a lei, vedere qualche albero e uccellino, era un modo per ricongiungersi con ciò che amava di più, la natura.
Prese il suo cappottino e la sua immancabile sciarpa ed uscì. Ad un tratto sentì un rumore impercettibile (era più facile “sentire”, le città erano semideserte e non paralizzate dal traffico), lì per lì non capì, poi invece riconobbe quella bellissima farfalla blu che le stava svolazzando sopra la testa. Che bella che era!
“La farfalla blu” di Beatrice Brandini
Vittoria continuò a camminare e la farfalla insieme a lei, che strano e che sorpresa.. Arrivata al giardinetto la farfalla non c’era più, in fondo era già stata molto fortunata ad averla rincontrata e ad aver fatto un pezzetto di strada in sua compagnia.
Al giardino cominciò a raccogliere le foglie, a sorridere nel vedere qualche piccolo bimbo che giocava, tutto quello che fino a qualche mese fa era “normale” pareva eccezionale. Vittoria pensò che in fondo questo brutto periodo qualcosa di buono doveva pure averci lasciato. Tendenzialmente era sempre ottimista, e, anche quando, come adesso, era difficile, Vittoria riusciva a cogliere sempre un lato positivo, anche impercettibile, in ogni cosa.
“Vittoria avvolta in un abbraccio autunnale” di Beatrice Brandini
Allora pensò che forse, dopo questo terribile periodo pandemico, le persone avrebbero apprezzato più le piccole cose; che stare con la propria famiglia, figli, amori, amici, era la priorità, qualcosa di prezioso che non dovevamo più perdere. Che la gente avrebbe condiviso di più, non solo stupidi selfie, ma avrebbe acquistato una nuova sensibilità. E che infine, forse dopo tutto questo male, tutti avremmo rispettato di più la natura, questo meraviglioso mondo intorno a noi che ogni giorno diventa più fragile.
Con questi pensieri rientrò a casa sorridendo, accorgendosi, con infinito stupore e gioia, che la farfalla era di nuovo sopra la sua testa, come la prima volta che la vide alla finestra, sembrava volesse provocarla e volesse dirle “tanto non mi prendi”.
Che fosse uno spiritello dispettoso? Che fosse semplicemente un caso…? Qualunque cosa fosse, rappresentava la vita, con la sua bellezza, la sua crudeltà e con la sua incontrastata continuità. Comunque non importava granché, Vittoria era felice perché in quel preciso momento capì che era fuori dal tunnel. Che ognuno di noi poteva ricominciare a vivere, e che la vita, ancora una volta (ma abbiamo sempre bisogno di ricordarlo), era la cosa più importante, un dono che non dovremmo sprecare mai.
Buona vita a tutti!
Beatrice
Vittoria è una ragazza intelligente. Apprezzo quello che tutti noi dovremmo salvaguardare e rispettare di più. Grazie per averlo evidenziato.