Silvana Mangano e Fendi: l’attrice, icona di un eleganza naturale, ispira una piccola collezione di accessori

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Silvana Mangano in “Riso Amaro”, 1949

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“Silvana” di Beatrice Brandini

Fendi celebra “il viaggio” con l’omaggio a Silvana Mangano, una delle attrici più importanti del cinema italiano, vera icona di una eleganza semplice ma sofisticata.  Musa di artisti come Monicelli, Pasolini, Visconti…, Interprete di irresistibili figure femminili che hanno caratterizzato cinquant’anni del più bel cinema italiano.

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Silvana Mangano

Silvana Mangano è stata una grandissima attrice, forse deve la sua bravura anche al fatto che non amasse moltissimo recitare e soprattutto il successo e l’attenzione che ne consegue. Probabilmente anche per questo le sue interpretazioni erano uniche, così naturali e spontanee. La sua presenza scenica, la sua personalità erano immense, è LEI che faceva “la scena”. L’ho sempre amata (come potrebbe essere diversamente?!), per la sua bellezza, per la sua eleganza, ma anche per la sua malinconia, che nonostante alcuni ruoli brillanti, è sempre stata evidente. Pasolini, che la diresse in Le Streghe, Edipo re e in Teorema, aveva colto questo aspetto definendo la sua bellezza come una “bellezza amara”, una bellezza che lei non ha mai ostentato ma anzi ha reso più “fragile” con una magrezza eccessiva (contro la sua natura di donna meravigliosamente femminile), con milioni di sigarette consumate e una emotività eccessivamente vulnerabile.

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Silvana Mangano

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Silvana Mangano in “Riso Amaro”

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Silvana Mangano

Diventata famosa a diciott’anni interpretando Riso amaro, Silvana Mangano sembrava odiare quel corpo che l’aveva resa irresistibile, la sua femminilità dirompente non le piaceva. Se ci pensiamo un attimo infatti, la Mangano non c’entra molto con le bellezze maggiorate tanto famose in quegli anni, parlo di Silvana Pampanini per esempio, o di Gina Lollobrigida. Probabilmente è stato grazie a registi come Pasolini che la Mangano è diventata misteriosa e sfuggente, un immagine di bellezza raffinata e quasi astratta.

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Collezione Fendi ispirata a Silvana Mangano

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Collezione Fendi ispirata a Silvana Mangano

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Collezione Fendi ispirata a Silvana Mangano

Fendi, collaborando con la figlia della Mangano, Veronica de Laurentis, ha ideato una piccola collezione di accessori composta da trolley, borse, foulard … oltre ad un bellissimo trench di seta che si ispira al film “Gruppo di famiglia in un interno”, di Luchino Visconti, in cui la stessa Mangano, protagonista indimenticabile, era vestita da Fendi. Fu allora che nacque quello che potremmo definire una sorta di sodalizio, la Mangano infatti indossò abiti e pellicce Fendi anche fuori dal set. Un set di valige Pergamena che la figlia amorevolmente custodisce ancora, nelle quali c’è un nastrino verde (la Mangano lo legava ai bagagli per riconoscerli, ogni borsa di questa nuova collezione Fendi ha un piccolo charm che ricorda questo vezzo) , forse è stata la partenza che ha ispirato questa bella nuova collezione.

Parte dei proventi di questa collezione andrà alla Fondazione Silvana Mangano onlus creata da Veronica de Laurentis, associazione che aiuta le donne oggetto di violenze.

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Silvana Mangano

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Silvana Mangano

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Silvana Mangano in “Barabba”, 1961

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Silvana Mangano

Pasolini le scriverà una lettera accorata e struggente, quasi giustificando “il male” che le aveva procurato facendola recitare (volendola a tutti i costi) nel film Teorema. Il film fu accolto tiepidamente in Italia (invece all’estero, come spesso accade, fu molto amato), ma soprattutto fu caratterizzato da feroci critiche che mortificarono entrambi (purtroppo per Pasolini fu una consuetudine che lo accompagnò fino alla sua brutale morte).

“Resta la realtà della tua lontananza, come una lastra di vetro fra te e il mondo. Anche se non ce lo siamo mai detto (dato il selvaggio pudore), la mia anima era spesso con te, dietro quel vetro”. Pier Paolo Pasolini

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Silvana Mangano

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Silvana Mangano

Per interpretare la mondina di Riso Amaro il regista Giuseppe De Santis fece un provino ad una folla di ragazze. A quel provino furono tutte scartate, compresa una Silvana Mangano esteticamente troppo eccessiva (le parole del regista). Solo successivamente e  per puro caso, il registra si imbatté nell’attrice per le vie di Roma. La Mangano era spettinata, senza trucco e con i capelli bagnati… quell’aspetto semplice, quasi dimesso, colpì De Santis che la scritturò immediatamente. Quel ruolo l’ha resa famosa in tutto il mondo, consacrandola come una delle immagini femminili più belle e sensuali della storia del cinema.

La Mangano ha vinto tre David di Donatello e tre Nastri d’argento.

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“Donne indimenticabili” di Beatrice Brandini

Arrivederci Silvana, grazie per averci regalato grandi emozioni. Continui ad essere un ispirazione per bellezza e talento, personalità e lealtà… 

Spero che tu abbia ritrovato il tuo amatissimo Federico e che con lui tu sia finalmente felice! 

Buona vita a tutti!

Beatrice

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